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Lacorazza: 'Il 4 marzo? Uno schiaffo. Ma si cominci a parlare dei temi veri'

9/03/2018

Lacorazza fuori dal “nuovo” Pd. E' quanto Donatella Pascale, ex assessore del comune di San Fele, ha dichiarato ieri in una nota inviata alla stampa riferendo di una conversazione avvenuta con il segretario del Pd lucano Mario Polese. Quest'ultimo ha categoricamente smentito di aver dichiarato quanto ha affermato da Pascale, anche se lei conferma (Gianfranco Aurilio l'ha raggiunta al telefono e ve ne daremo conto in un articolo che a breve pubblicheremo). Abbiamo, intanto, sentito Piero Lacorazza che proprio ieri ha tenuto una conferenza stampa in cui ha cominciato a spiegare la sua idea di “Basilicata first”.

Lacorazza lei è stato messo in mezzo nella querelle Pascale-Polese. Cosa pensa?
Quello che posso registrare è che Polese ha smentito di aver detto quello che gli attribuisce la Pascale e a meno che lei non dimostri il contrario, ne prendo atto. Ma non credo siano questi i temi su cui basare il dibattito di questi giorni, io sto discutendo di altro, mi appassiona altro. La gente non ne può più.

Qual è la sua analisi del voto?
Non ci sono opinioni, ci sono dati. E i dati hanno raccontato uno schiaffo molto rilevante e credo sia un errore l'approccio di queste ore dei vertici del Pd del tipo 'adda passà a nuttat'. La notte corre il rischio di essere molto più lunga del previsto e che arrivi fino a novembre. La spinta degli elettori è stata così grande che mi pare anche banale discutere di analisi del voto. E' stato uno tsunami che non lascia il tempo di dire nulla.


Cosa si doveva fare secondo lei?

Penso che la dichiarazione di Polese sia stata estremamente debole. Non si può, dopo quel voto, dire che ci vediamo per una discussione approfondita fra dieci giorni. Mi rendo conto che la direzione regionale vada fatta dopo quella nazionale, ma andava convocata subito una unità di crisi per uscire tutti insieme unitari e dire 'si cambi passo in regione'. Ci sono tante cose che si potevano e si dovevano dire in maniera drastica.

Non è questa la linea dettata anche dall'atteggiamento di Renzi che si dimette ma non subito?
No, Renzi ha detto che si dimette e si dimetterà. Martina farà la relazione e Renzi si dimette,punto. E poi si avvierà il Congresso, non so quando ma si avvierà. Io non ho chiesto le dimissioni di Polese. Mi sarei però aspettato, e questo è il punto delicato, che un attimo dopo lo schiaffo elettorale le sue dichiarazioni fossero condivise e toste, dure. Non il 'poi faremo'. I numeri sono chiari. Quando il Pd nacque 10 anni fa prese il 38% in Basilicata, cinque punti in più rispetto alla media nazionale. Domenica scorsa ha preso il 16%, due punti in meno della media nazionale. Questo è il dato. A parità di sconfitta con liste più forti e con una campagna elettorale basata sui contenuti e organizzata veramente (in alcuni comuni non erano nemmeno affissi i manifesti) forse avresti potuto prendere 3-4 punti in più. Qui sta la responsabilità di direzione politica e non possiamo fare finta di nulla. Ribadisco: non ho chiesto le dimissioni di Polese ma mi aspetto che Polese abbia il piglio rivoluzionario delle primarie del 2013. Se alla fine di questi 4 anni e mezzo i cittadini ci dicono che non c'è stata la Rivoluzione Democratica mi aspetto che Polese, da segretario regionale del Pd, avvii questa rivoluzione.

E' riferito anche al Presidente Marcello Pittella?

Ripeto: i cittadini hanno espresso un giudizio politico su questi anni di governo. Dobbiamo essere realisti. Ma sia chiaro: non è una disputa Lacorazza-Pittella. Ho già detto in conferenza stampa: proviamo a individuare un candidato presidente che unisca il centrosinistra e posso mettere in conto che non sia io, l'importante è che il centrosinistra sia unito non solo da pezzi di ceto politico ma da proposte concrete per la Basilicata altrimenti i lucani non voteranno un'altra volta.

Quali sono i temi?
Dopo le battaglie sulla difesa del territorio, dopo il percorso che ha attraversato il referendum del 17 aprile e il un secco NO alla modifica del Titolo V, ho avviato una discussione su un pilastro per me importante di un nuovo centrosinistra lucano sul tema dell'autonomia della Basilicata. Significa cose concrete, dove dimostro che determinate scelte potrebbero produrre una migliore sanità, una migliore scuola pubblica e maggiori investimenti sulle infrastrutture e prepararci a una migliore negoziazione degli accordi con l'Eni che scadono nel 2019. Siamo la regione del petrolio e dell'acqua e abbiamo l'83% dei laureati che vanno via per lavorare. Questo problema c'è nel voto o non c'è? Secondo me c'è ed è molto rilevante.


Mariapaola Vergallito



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