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La voce della Politica
| Di Battista da Lauria lancia il 'Pittellexit' |
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20/02/2018 |  La tappa lucana di Alessandro Di Battista, il big pentastellato non candidato che, però, sta macinando chilometri con il suo camper per portare nelle piazze italiane la bandiera del Movimento 5 Stelle, arriva in un luogo simbolo: Lauria, il paese della famiglia Pittella. Il bagno di folla lo aspetta nella villa comunale, con un palchetto sul quale viene montato un gazebo per paura di una pioggia che non arriverà. “Finalmente a Lauria”, dice Di Battista salendo sul palco assieme ai candidati 5 Stelle alle Politiche del prossimo 4 marzo. “Non dovete dare nulla alla stirpe Pittella, perché loro non hanno dato nulla alla Basilicata e noi dobbiamo avere il coraggio di cambiare. La piazza non mente” dice durante il discorso sul palco. Poi, altri affondi: “Che sviluppo hanno portato in tutti questi anni i ‘Pittella’s? Sono politicanti esperti in poltrone da 40 anni”. E ancora: “Il futuro dell’Italia non è il fossile. Sono le energie rinnovabili, il reddito di cittadinanza, il sostegno alle piccole e medie imprese. Queste elezioni possono trasformarsi anche in un referendum, in un ‘Pittellexit’. Decideranno i cittadini di questa regione meravigliosa. Da una parte ci siamo noi, dall’altra c’è questa stirpe”.
“Le nostre idee per la Basilicata e per l’Italia è chiara: investimenti in turismo ed enogastronomia, su fonti rinnovabili e cultura. – dice rispondendo alle domande dei giornalisti- Sostegno alla piccola e media impresa, reddito di cittadinanza per impedire la fuga di giovani e per impedire, perché di questo parliamo, che un 50enne o un 60enne arrivi a togliersi la vita. Ancora: risoluzione del conflitto di interesse e una vera legge anticorruzione per dare concreti strumenti a poliziotti e carabinieri per infiltrarsi nella pubblica amministrazione e scoprire, dall’interno, i reati di corruzione. La corruzione non produce solo danni economici ma anche morte, perché quando è legata, per esempio, al traffico illecito di rifiuti chi è complice non è solo corrotto ma è simile ad un assassino. Fondamentalmente vogliamo un Paese normale. I cittadini, però, ci devono seguire”. “La questione delle mancate restituzioni ci danneggia? – continua- No, è il contrario e me ne sto rendendo conto. Anzi, dico grazie allo staff di comunicazione di Renzi che, continuando ad attaccarci su questo punto, ci aiuta a far sapere che i 5 Stelle hanno destinato 23 milioni di euro di soldi propri alle piccole medie imprese. Ci accusano di essere inesperti? Gli altri sono esperti di leggi incostituzionali e ci sono esperti che gestivano i rifiuti tossici assieme ai camorristi. Il Movimento cresce tanto, non lo nego, per demeriti altrui ma anche per meriti nostri perché ci siamo fatti le ossa per cinque anni in Parlamento come opposizione e queste piazze dimostrano come ci sia tanta voglia di cambiamento”. Tra i presenti c’è anche Gianluca Rospi, candidato nel collegio uninominale per la Camera e attaccato per i suoi trascorsi professionali con Eni. “Sono attacchi strumentali- ci dice- perché ho avuto rapporti con Eni come libero professionista ed ho effettuato solo calcoli strutturali di alcuni basamenti e strutture e rilevazioni topografiche, nulla di più. Non sono mai stato dipendente Eni. Invece con l’Università mi sono occupato spesso del settore dell’efficienza energetica. Rispetto alla questione petrolio in Val d’Agri molta responsabilità è della Regione Basilicata per carenza di monitoraggi”. Sul caso Griffa spiega di non averlo mai conosciuto. “Non sapevo nemmeno di quanto accaduto, l’ho letto sui giornali”.
Mariapaola Vergallito |
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