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Associazione Radar su operazione Stige

15/01/2018

Dalle notizie di cronaca e dai telegiornali nazionali abbiamo appreso che tra i fornitori della centrale Enel del Mercure vi era la ditta F.lli Spadafora i cui proprietari sono tutti finiti in carcere nell’ambito della inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro denominata Stige che ha scoperchiato interessi criminali intorno al taglio dei boschi facendo scattare le manette per 170 persone, tra cui molti politici ed imprenditori.
Il procedimento farà il suo corso ed accerterà eventuali responsabilità ma è un fatto che è già la seconda volta che si scopre che fornitori di questa centrale sono indiziati di appartenere ad associazioni mafiose, a dimostrazione che l’allarme che le associazioni hanno lanciato da tempo era ed è, purtroppo, assolutamente giustificato.
Ci si chiede dove sono le verifiche sulla scelta dei soggetti che intrattengono affari con la centrale, dove lo sbandierato codice di selezione dei fornitori e, soprattutto, cosa viene realmente conferito come biomassa vista la totale assenza di controlli.
Dall’inchiesta emerge pure che i rifiuti tossici dell’ILVA sono giunti in Calabria: dove sono stati smaltiti? Qualcuno può giurare che non siano stati mescolati alle tonnellate di biomassa che alimentano le centrali calabresi?
E’ lecito porsi domande. Noi cittadini di Laino Borgo vogliamo sapere dai nostri Amministratori cosa intendono fare di fronte a questi gravissimi fatti di illegalità. L’Enel inquina il nostro territorio ed è moralmente responsabile della distruzione dei boschi, assaltati dalle imprese del settore; inoltre è sottratta a qualsiasi controllo pubblico serio ed effettivo da enti pubblici che, ricevendo i soldi delle misure di compensazione, sono evidentemente sottomessi ed incapaci di esercitare le loro funzioni.
E quando, come nella circostanza, si accerta che la biomassa è fornita da imprese indiziate di appartenenza alla mafia, tutto quello che l’ENEL dice è che hanno subito allontanato tali soggetti. Bella forza: sono stati arrestati! E’ una dichiarazione imbarazzante per ovvietà e che offende l’intelligenza di chi l’ascolta.
Cari Sindaci, ritrovate la dignità e la forza di tutelare il territorio e le collettività.
Ed il tre volte confermato presidente del Parco (per quali meriti lasciamo ad ognuno giudicarlo) ritiene di dare qualche segno di esistenza e di chiedere almeno scusa per avere voluto (unico presidente di Parco) una centrale del genere in un’area protetta?
A tutto questo, se avessimo noi cittadini più capacità di civica ribellione e la nostra Amministrazione un minimo di coraggio e di responsabilità verso gli amministrati, si dovrebbe rispondere in un solo modo: chiusura della centrale, almeno fino a che la situazione non sarà chiarita e non si saprà cosa contiene il fumo delle ciminiere che bruciano la biomassa così disinvoltamente ottenuta.
Disperiamo che questi politici, locali, regionali, nazionali, vorranno e sapranno mai farlo ma confidiamo che lo farà la Magistratura: è solo questione di tempo!

Associazione Radar



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