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Idv: a Senise prosegue impegno per annullare cartelle esattoriali agricoltori

24/11/2017

L’ annullamento delle cartelle esattoriali emesse per conto del Consorzio di Bonifica Val d’Agri nei confronti di numerosi agricoltori di Senise continua ad essere per IdV una battaglia prioritaria perché riguarda aspetti formali – un tributo che, come ha sancito la Commissione Tributaria Regionale accogliendo i ricorsi presentati sinora, non ha ragione di essere - e sostanziali – gli agricoltori di Senise hanno già “dato” sacrificando terreni fertili ed aziende per la costruzione della diga di Monte Cotugno. A ribadirlo è il Circolo di Senise di Italia dei Valori che ribadisce l’impegno a fianco dei titolari delle aziende agricole per affermare il diritto dei proprietari di terreni agricoli che non hanno mai potuto contare, a differenza di quanto avvenuto altrove, sui servizi del Consorzio di Bonifica.
Per IdV gli agricoltori di Senise non devono essere lasciati soli ad affrontare il contenzioso con il Consorzio ma hanno bisogno di assistenza legale e, sul piano politico, di un pronunciamento chiaro e netto del Dipartimento Agricoltura della Regione perché intervenga nei confronti del commissario unico dei Consorzi facendo pesare le funzioni di controllo sull’attività degli enti consortili i cui bilanci sono periodicamente “sanati” da fondi regionali senza i quali non potrebbero continuare ad operare.
Il Dipartimento Agricoltura – è scritto nella nota – deve superare i ritardi accumulasti in attuazione della L.R. 11 gennaio 2017, n. 1 (“Nuova disciplina in materia di bonifica integrale, irrigazione e tutela del territorio”) per la redazione del nuovo piano di classificazione degli immobili ai fini contributivi.
Gli agricoltori non devono diventare il “capo espiatorio” del braccio di ferro Consorzio Bonifica-Eipli sulla gestione dell’acqua che è una risorsa che appartiene alla comunità di Senise. La crisi del comparto agricolo che coinvolge anche le produzioni ortive di qualità di Senise, dovuta a molti fattori tra cui il crescente peso di tasse, cartelle esattoriali comunali e statali – aggiunge la nota – non consente di sopportare un nuovo tributo che non ha motivazione di esistere se non quella di fare cassa sul mondo agricolo per ripianare deficit accumulati nel corso degli anni non certo per responsabilità degli agricoltori. Piuttosto – sostiene il Circolo di IdV – la Regione pensi a esigere il dovuto dalla Puglia e dall’Acquedotto Pugliese che attingono da Monte Cotugno per le esigenze idriche ad uso potabile, irriguo ed industriale delle zone pugliesi. Sarebbe sufficiente recuperare un debito cronico di cui purtroppo si è perso il conto esatto (si parla tra i 30 e i 50 milioni di euro) per affrancare gli agricoltori di Senise dall’assurdo tributo, per altro mai richiesto prima, e per investire, come previsto negli accordi tra Regioni Basilicata e Puglia, per la salvaguardia della diga e delle sorgenti. Si chiama “ristoro dai costi ambientali” il capitolo specifico del Programma Speciale Senise che in quanto a ristoro per la distruzione delle aree più produttive e per l’impatto sul territorio ha prodotto troppo poco. La dotazione finanziaria di 35 milioni di euro è infatti risultata inadeguata a fronteggiare interventi di tutela e per favorire nuove localizzazioni di attività di trasformazione dei prodotti agricoli con l’effetto di aver generato pochi posti di lavoro fissi e sempre insufficienti e sempre di precariato nel settore idraulico-forestale. E – conclude IdV – non si dimentichi che il Consorzio di Bonifica ha ottenuto risorse proprio dal Programma Speciale Senisese per adeguare la rete irrigua.



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