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Centrale del Mercure: Parentela (M5S) risponde alle domande de lasiritide.it

29/05/2017

Paolo Parentela, deputato calabrese del Movimento 5 Stelle, ha accettato di rispondere alle domande de lasiritide.it relative alle centrali a biomasse, alle sue proposte finalizzate a ridurne l'impatto sotto il profilo ambientale ed agli effetti dei tagli abusivi nei boschi che le circondano.
Onorevole Parentela, quante interrogazioni ha presentato ai vari governi circa la centrale del Mercure, gli esecutivi di quale premier non le hanno risposto e secondo lei perché?

Ho depositato ben otto atti di sindacato ispettivo e nessun governo ha mai voluto rispondermi. Credo sia un tema delicato in cui i governi, consapevoli della volontà popolare di quel territorio, non vogliono metterci la faccia ma tanto l’hanno già persa da anni soprattutto da quando hanno deciso di riaccendere quel mostro nel bel mezzo del più grande Parco Nazionale d’Europa.

Quali sono i rischi direttamente connessi a questo tipo di impianti?

Le centrali a biomasse, anche se realizzate bene, producono comunque COV (composti organici volatili), diossine, metalli pesanti contenuti nel legno, e particolato ultrasottile (nanopolveri), che sono la fonte di maggiori pericoli per gli esseri viventi in quanto talmente piccoli da legarsi alle molecole, generando forme tumorali, interagendo con il corpo umano direttamente attraverso i pori della pelle. A tutto ciò bisogna aggiungere l’inquinamento atmosferico e acustico prodotto dai mezzi che giornalmente dovranno rifornire la centrale e l’annientamento di interi boschi come già sta avvenendo, peraltro, nella nostra regione per soddisfare le esigenze delle centrali già in funzione.

Quasi l'80% degli introiti della centrale del Mercure per il 2016 proviene da finanziamenti pubblici. Senza gli incentivi crede che questo progetto, piuttosto che altri riguardanti i termovalorizzatori, rimarrebbero in piedi?

Morirebbero il giorno dopo, ecco perché è tanta la rabbia da parte dei cittadini che da tantissimi anni combattono una battaglia di civiltà. Stiamo continuando a finanziare con i nostri soldi impianti inquinanti che non portano nessuna ricchezza sul territorio piuttosto che investirli nel risparmio energetico e sulle vere fonti rinnovabili portando maggiormente occupazione rispettando l’ambiente e la salute dei cittadini. Nell’ultima interrogazione parlamentare presentata ho riportato le dichiarazioni dell’AD di ENEL –ing.Francesco Starace- che durante l’Assemblea degli Azionisti dell’ENEL, tenutasi a Roma il 4 maggio scorso, ha ufficialmente comunicato che l’introito economico derivante dall’attività della centrale a biomasse ENEL della valle del Mercure, paradossalmente collocata nel cuore del Parco Nazionale del Pollino (tra Calabria e Basilicata), nonchè Zona dl Protezione Speciale (2PS) dell'UE, e stato, per il 2016, di 49 milioni di euro, di cui addirittura 39 da incentivi pubblici e "soltanto" 10 milioni da effettiva produzione di energia elettrica. Dati che si commentano da se.

Prima all'interno del Parco Nazionale del Pollino, adesso, con la prossima apertura di un nuovo complesso a biomassa di 1 MW a Parenti, in quello della Sila. Possiamo affermare che le riserve naturali stiano ormai diventando delle vere e proprie banche del cippato, con tutto quanto questo comporta?

Purtroppo è proprio così, e la prova che le riserve naturali facciano gola a diversi “prenditori” è sancito nel provvedimento in discussione alla Camera in questi giorni sulle aree protette. In questa legge, si consente addirittura di poter continuare a trivellare all’interno dei nostri parchi nazionali e nelle aree marine protette e si consente l’attività di tali impianti inquinanti (anche le biomasse) purchè paghino la loro quota annuale in favore del Fondo Nazionale dei Parchi per il recupero ambientale e della naturalità. Un assurdità che calpesta il senso dell’esistenza delle aree protette nel nostro paese. Noi non solo vogliamo vietare gli impianti inquinanti nelle aree protette ma abbiamo proposto di vietarli anche laddove si pratica agricoltura di pregio (biologico, DOP e IGP).

Recentemente, ha proposto alla Camera e al ministro Galletti di delimitare in 500 KW la potenza massima di una centrale a biomassa e in 10 km la distanza entro cui poter apparovvigionarsi. Che vantaggi comporterebbe l'applicazione di misure simili?

Si, ho proposto questo emendamento di buon senso proprio in occasione del provvedimento di cui parlavo prima sulle aree protette. In questo modo mettiamo un freno al mero business delle grandi centrali a biomasse per favorire le piccole centrali a servizio di un territorio specifico e della comunità (come avviene in altre realtà anche con il teleriscaldamento) . Le piccole biomasse a servizio di un territorio sono più sostenibili in tutti i sensi. In questo caso le biomasse non verrebbero più da chissà dove ma solo dallo stesso territorio in cui ricade la centrale scoraggiando così la mafia del legno che sta devastando i boschi della nostra regione e non solo. In questo modo tuteliamo veramente la nostra biodiversità evitando anche il rischio di introdurre nuovi insetti alieni o fitopatie che stanno falcidiando anche il settore primario.

Lo scenario che sta emergendo circa i disboscamenti selvaggi, soprattutto in Calabria, è molto preoccupante. Il legame con il mercato nero delle biomasse sembrerebbe evidente. È d'accordo?

A pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina…

Politicamente chi sono i responsabili di tutte queste ricadute negative legate alle rinnovabili non solo da biomasse ma anche da inceneritori o termovalorizzatori?

Semplice, i governi degli ultimi 20 anni sia di destra che di sinistra che si sono rivelati dei veri proprio comitati d’affari. Si sono dimostrati sempre a favore delle grandi lobbies energetiche e mai a favore dei più deboli e delle piccole e medie imprese frenando di fatto il vero sviluppo sostenibile di questo paese. Basta vedere come votano e le leggi che scrivono. Ora addirittura vorrebbero far passare l’idea che gli inceneritori siano strumenti utili per promuovere l’economia circolare. Una bestemmia vera e propria su cui ovviamente faremo battaglia. Sono solo degli ipocriti, firmano accordi per tutelare l’ambiente e frenare i cambiamenti climatici in atto per apparire belli e buoni durante le passerelle internazionali. Poi con la stessa mano firmano leggi che dicono l’esatto opposto di quanto avevano promesso.
Noi siamo gli unici ad aver le mani libere, ecco perché non vediamo l’ora di andare al governo e applicare il nostro programma energetico nazionale che mira ad abbandonare le fonti fossili nei prossimi anni e a promuovere la vera economia circolare che rispetta le condizioni di lavoro, l’ambiente e la salute dei cittadini.


Gianfranco Aurilio
lasiritide.it



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