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Parco Val d’Agri, Csail: ‘non ha senso mantenerlo in vita’

25/05/2017

Ha ancora senso mantenere in vita il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese? Bella domanda quella espressa, candidamente, dal Presidente del Parco Nazionale Val d’Agri Totaro. Piuttosto è il caso prima di accampare alibi e senza rinunciare ad ogni azione di contrasto, sino a preparare barricate contro il “nuovo regalo” del Parlamento e del Governo ai petrolieri, di interrogarsi su cosa ha fatto sinora il Parco e quindi chi l’ha amministrato e non solo per la tutela ambientale.
Non può certamente assolvere la coscienza dei burocrati del Parco ritenere di aver attuato burocraticamente normative nazionali che risultano per altro lacunose e che adesso l’emendamento dell’art.5 delle modifiche alla legge 394/91 all’esame del Parlamento (riguardante le attività estrattive in corso localizzate nei Parchi nazionali) vorrebbe trasformare in un’altra grande opportunità per le compagnie.
Qualcuno dovrebbe ricordare tutte le aspettative e le attese della comunità della Val d’Agri scattate con l’istituzione del Parco già allora definito il “Parco del petrolio”. A distanza di tanti anni e con una ingente spesa di risorse pubbliche (statali, comunitarie e regionali) il Parco non ha raggiunto alcun obiettivo concreto di crescita sociale, economica e produttivo e tanto meno ha realizzato posti di lavoro.
Questo il motivo reale per rispondere alla domanda di Totaro con un “no secco”. Il Parco nella situazione in cui è stato gestito non ha motivo di continuare a dilapidare risorse economiche e ad illudere le popolazioni locali. Tanto più se dovesse passare il famigerato emendamento che sottrarre anche l’ultima illusione di fare da baluardo alla ricerca e sfruttamento del petrolio.
Sarebbe sufficiente istituire una “zona cuscinetto” tra i pozzi nuovi e quelli che dovrebbero arrivare e il resto del territorio. Le ex guardie forestali oggi passati al Corpo Carabinieri potrebbero diventare i “caschi blu” della zona cuscinetto. Magari individuando qualche sentiero escursionistico per invitare i visitatori ad un giro tra natura e petrolio. Si risparmierebbero soldi (compresi quelli necessari alle indennità degli amministratori), tempo e inutili convegni e conferenze a cui ci hanno abituati in tutti questi anni.
Ma attenzione alla demagogia: invitare solo adesso le comunità valligiane a mobilitarsi, ci sia consentito, è fuori tempo massimo.

Filippo Massaro, portavoce Csail



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