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La voce della Politica

'Non basta fermare il Cova, intervenga la magistratura'

16/04/2017

Dopo la notizia che la Regione Basilicata ha deliberato la sospensione di tutte le attività del COVA, il comitato dei professionisti costituito da avv. G. Bellizzi, ing. A. Alberti, avv. A.G. Romano e avv. R. Viggiano, non abbassa la guardia e ritiene che questo provvedimento sia scaturito tardivamente e sia stato adottato solo dopo che la situazione si è rivelata in tutta la sua gravità.
Comunque esso è solo il primo passo che occorre fare per evitare il disastro ambientale e per evitare che il fermo del COVA si trasformi in una crisi lavorativa per i tanti che lavorano nel settore petrolifero .
Riteniamo che la semplice sospensione delle attività del COVA possa essere addirittura un’azione inutile, se non supportata da successivi ulteriori provvedimenti.

Gli obiettivi che le autorità dovrebbero perseguire in questo momento, riteniamo siano più d’uno:

• Arginare la diffusione del petrolio per evitare la contaminazione del fiume Agri e degli acquiferi coinvolgendo, se necessario, anche professionalità nel settore idrogeologico esterne all’ENI ed alla Regione;

• Progettare ed effettuare interventi di adeguamento del COVA, valutati da una Commissione Tecnica Comunale a cui dovrebbero partecipare anche rappresentanti delle Associazioni Ambientali, affinché gli interventi risultino incisivi ed esso possa funzionare in sicurezza ;

• Concertare, insieme ad ENI, un piano per utilizzare il personale anche e soprattutto nelle attività di bonifica del territorio e durante i necessari e importanti lavori di adeguamento alle norme di sicurezza del Centro Olio ;

• Disporre l’interdizione della zona Industriale all’insediamento di nuovi impianti , fino alla completa bonifica dal petrolio del territorio, affinché non si rischi di insediare attività potenzialmente impattanti (per esempio l’impianto SIMAM) che costituiscano altri motivi di preoccupazione e di impatto ambientale;

• Chiediamo quindi che la Regione Basilicata disponga con decreto, l’incompatibilità ambientale di tutti i progetti che potrebbero avere effetti impattanti per una zona, quella dove si insedia il Cova, già a rischio di disastro ambientale anche in considerazione dell’effetto cumulo e quindi che si disponga il rigetto del progetto SIMAM;

• Inoltre chiediamo che la Procura di Potenza e le Prefetture competenti, dispongano tuffi gli accertamenti del caso per verificare le eventuali violazioni della legge compiute e quindi, chiediamo che l’autorità giudiziaria disponga provvedimenti volti a garantire il fermo del COVA sino a quando non sarà accertata con sicurezza la causa del danno e la sua effettiva portata, oltre a individuare con precisioni le responsabilità per fatti e omissioni in merito a quanto accaduto;

• Chiediamo anche che il Ministero dell’Ambiente disponga in merito al fermo del COVA con proprio provvedimento a supporto di quanto disposto dalla Regione Basilicata atteso che l’impianto rientra tra quelli soggetti alla Seveso III e classificati, quindi, impiantì industriali a rischio di incidente rilevante;

• Le autorità competenti dovranno anche avviare una campagna di monitoraggio per la salute dei cittadini di Viggiano e dell’intera vallata per comprendere quali sono e di quale portati gli eventuali danni subiti dalla popolazione.

Il nostro comitato, che è nato spontaneamente e che ha come unico scopo la salvaguardia del nostro habitat e dell’interesse colleffivo, non vuole solo essere critico nei confronti delle istituzioni, ma vuole soprattutto lavorare insieme al esse per trovare le migliori soluzioni a questi scottanti problemi, ma soprattutto in tempo utile e non a scoppio ritardato , come è avvenuto fino ad ora.

Pertanto invitiamo il Sindaco Cicala di farsi promotore di un incontro con il nostro comitato per vagliare le nostre proposte e portarle nelle sedi opportune affinché vengano attuate.

In effetti, avendo compreso l’enorme portata del potenziale pericolo avevamo già chiesto la chiusura del COVA in ultimo con comunicato stampa del 31 marzo 2017 ed ora arriva il provvedimento della Regione Basilicata.

Avv. Giovanna Bellizzi, ing. Antonio Alberti, avv. Antonio G. Romano, avv. R. Viggiano



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