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La voce della Politica
| Lacorazza: ‘Lucani distanti dalla maggioranza. I Parchi non siano entifici’ |
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7/12/2016 |  Piero Lacorazza, consigliere Pd alla Regione Basilicata, ha condiviso con lasiritide.it le sue impressioni circa l’esito dell’ultima consultazione referendaria e alcune anomalie relative alle politiche che concernono i parchi naturali nel territorio lucano.
«È stata una grande vittoria del popolo – afferma Lacorazza – che ha respinto le idee di Stato accentratore e di occupazione del territorio da parte delle compagnie petrolifere. Ma questo voto ha anche allontanato il rischio di smembramento della Regione Basilicata. Sono molto soddisfatto – sottolinea – perché è stato confermato il grande quorum raggiunto lo scorso 17 aprile».
Il punto politico concerne proprio l’interpretazione del responso delle urne che anche questa volta, dopo la precedente tornata referendaria sulle trivelle, è andato nella direzione voluta appunto da Lacorazza e contro la volontà ed i propositi del governatore Marcello Pittella, al contrario favorevole alla riforma. Sintomo di un elettorato del Pd lucano che sembra più orientato verso le posizioni espresse dall’ex presidente della Provincia di Potenza: «All’interno di questa maggioranza politica allargata sono stato l’unico a combattere edesso per il “No” e ad aprile per il “Sì”. E gli esiti di queste due ultime consultazioni dimostrano essersi creata una frattura importante tra l’attuale schieramento esteso a chi non ha votato per Pittella alle ultime elezioni regionali e la società lucana. E bisogna prenderne atto – aggiunge il leader della minoranza dem – raccogliendo il grido di cambiamento che si alza dagli stati sociali della nostra Regione, che stanno vivendo una crisi profonda. Inoltre, l’elevata affluenza tra i giovani dimostra la presenza di una generazione cui la politica interessa e le Istituzioni, il Governo della Regione ed i partiti devono tenerne conto. Anche perché – precisa – è un dato ormai consolidato da tempo e io già lo avevo evidenziato in occasione dei referendum contro il nucleare, sull’acqua pubblica o sulle trivelle».
Ma con il politico potentino tocchiamo anche i temi Parco del Pollino e Centrale del Mercure, partendo dalle polemiche successive all’accordo di Mormanno dello scorso 4 novembre sui famosi 26 milioni per la viabilità: «Su questo argomento aspettiamo che avvenga l’audizione di Pappaterra presso la Terza Commissione. Tuttavia – propone l’ex presidente dell’assise consiliare –, io credo che l’occasione debba essere colta per fare una vera e attenta riflessione sui Parchi. Quello del Pollino ad esempio non ha ancora un Piano e vive un’enorme contraddizione che vede da un lato la presenza della Centrale Enel del Mercure che produce ciò che produce, e dall’altro l’impossibilità per un qualsiasi agricoltore di realizzare una semplice recinzione di protezione dai cinghiali. Invito chiunque a mettersi nei panni di un coltivatore che vede su di sé agire una serie di vincoli, in un lembo di terra nel quale invece insiste un impianto del genere. Che tra l’altro comporta compensazioni che non vengono erogate a Comuni (Rotonda e Viggianello, notoriamente contrari alla riapertura ndr) che si trovano ad una distanza in linea d’aria di soli uno o due chilometri dallo stesso. Questo – sottolinea l’esponente del Pd – è un paradosso che esprime la crisi che c’è tra la Comunità del Parco e l’Ente Parco. E bisogna muoversi altrimenti i Parchi, e mi riferisco anche a quello dell’Appenino Lucano, corrono il rischio di diventare “entifici”, perdendo – conclude Lacorazza – la loro vocazione originaria di tutela, valorizzazione, promozione e opportunità per lo sviluppo locale che invece devono mantenere».
Gianfranco Aurilio
lasiritide.it
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