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S.Arcangelo: vivace confronto tra esponenti del “SI” e del “NO” sul referendum

12/11/2016

Un dibattito acceso, condito da colpi ad effetto che, ha accentuato le differenze di veduta, tra gli esponenti del “SI” e quelli del “NO”, a riguardo del prossimo referendum costituzionale, previsto per il 4 dicembre. C’era da aspettarselo, o forse no, fatto sta che sin dall’inizio gli ospiti in sala, hanno deciso di partire con l’accelleratore schiacciato, desiderosi di far valere le proprie ragioni, tra l’altro, molto contraddistinte tra loro. C’è chi in sala ha apprezzato, chi al contrario, si è alzato in piedi, per esprimere il proprio dissenso e chiedere un dialogo più pacato. Insomma un confronto acceso ma, entusiasmante che, ha tenuto vivo l’interesse dei presenti per le intere due ore e mezza di discussione. Il primo a prendere la parola, è Daniele Brancale, della direzione regionale del PSI, il quale ha voluto ringraziare tutti i partecipanti alla serata, per la partecipazione e la collaborazione. Raggiunto a fine dibattito dai nostri microfoni, ci racconta il suo pensiero: “questa serata è stata organizzata nell’ottica dell’informazione e, del dibattito politco. Il nostro fine è stato quello di creare un dibattito che, possa portare le persone ad avere commissione di quello che si va a votare. Come partito credo ci sia una linea verso il “SI” ed è noto, però allo stesso tempo dico che questa è una scelta che deve prescindere dall’appartenenza politica, perché è una scelta che va presa a seconda dei canoni e dei punti di vista che non attendono al colore politico ma, attendono alla costistuzione e, a tutto ciò che caretterizza la nostra carta costituzionale. Purtroppo stasera e, mi dispiace dirlo, da quello che è venuto fuori anche registrando le istanze riscontrate al di fuori della sala, è che si è creata sempre più disinformazione, quasi un round dove ognuno invece di spiegare le proprie ragioni, continuava a tirare furi vecchie ruggini e, fin quando regnerà questo, vincerà sempre l’anti politica e il M5S, quindi, quando i risultati ci consegnano Trump o le ultime amministrative, cioè il plebiscito per il M5S, non dobbiamo meravigliarci, perché siamo noi forze politiche consolidate che, favoriamo questo”. Ad organizzare il dibattito al quale ha partecipato anche il sindaco, Vincenzo Nicola Parisi, è stato quindi la sezione del PSI di Sant’Arcangelo, con la collaborazione della Casa Dei Riformisti ed, è stato condotto magistralmente dal bravissimo ed esperto Gabriele Mauro. Proprio il primo cittadino ha seguito Brancale e, dopo i saluti di rito, ha chiuso il suo discorso con (da lui stesso definita) la provocatoria battuta, sul governo deligittimato che, vuole a sua volta apportare modifiche alla costituzione. Ma veniamo ai quattro esponenti e, alle interviste raccolte dalla nostra redazione, a fine incontro. Iniziamo con Vito De Filippo, Sottosegretario di Stato, esponente del “SI”: “affermmare che con la vittoria del “SI”, si otterrà la dittattura di Renzi, è pura propaganda. La verità è che la posizione del Presidente del Consiglio con questa riforma non viene assolutamente toccata ed è strano che, da forze politiche che propongono la premiership e poteri solidi al presidente, fino allo scioglimento delle Camere, come Forza Italia, o altri, denuncino questo rischio. Siamo alla propaganda, la costituzione dice ben altro, propone un paese più leggero e più veloce”. Per quanto riguarda il rischio di maggiori disagi riguardanti le estrazioni petrolifere in Basilicata, pavenati degli esponenti del “NO”, ecco la risposta: “funzioni legislative sulle concessioni petrolifere, non ci sono mai state nella Regione e non ci saranno nemmeno in futuro. Sicuramente tutti i procedimenti amministrativi sul territotorio a valle, anche di qualsiasi ingiusta decisione, rimangono ad esclusiva competenza della Regione. Questa è una Costituzione che non può consentire a nessuno, nemmeno ai carrammati, di fare pozzi dove non si possono fare”. Altro esponente del “SI”, è Francesco Pietrantuono, Assessore Regionale (PSI): “oggi, come tutta la gente riconosce, c’è un sistema che è bloccato. Le infrasstutture che sono

essenziali, le opere pubbliche che vivono di una burocrazia eccessiva, leggi che non arrivano, semplificazione che non c’è. Ovviamente non è che con la riforma ottieni tutto questo però, crei le condizioni per avere un quadro più semplificato della politica. Le forze che si presenteranno agli elettori saranno di meno, gli aggregati sranno un po’ più omogenei, chi governerà avrà una maggioranza più solida. Ovviamente poi starà agli elettori scegliere la migliore proposta. Si otterrà un quadro che, secondo me, semplificherà l’offerta politica ai cittadini. Non c’è nella riforma scritto che viene semplificato l’opera pubblica o si velocizza un processo ma, a valle è una semplificazione del quadro politico che oggettivamente ci serve”. Pietrantuono poi, si sofferma, anche lui sulle estrazioni petrolifere: “La Regione Basilicata perde sicuramente la delega concorrente sull’energia. Se vediamo gli ultimi 15 anni, quella delega non è servita a nulla, perché abbiamo fatto un piano energetico. La Regione ha sempre cercato di far valere il principio della tutela ambientale, non quella dell’energia, di conseguenza la tutela ambientale è sempre stata funzione del governo ed è li che, dobbiamo tentare di combattere una battaglia. Poi, non abbiamo sfruttato fino in fondo la pianificazione territoriale come strumento di lettura del territorio. In senato, se abbiamo la capacità di mandare qualche rappresentante più forte e autorevole e, in più la possibilità anche di ottenere deleghe piene dal governo se abbiamo i bilanci apposto, ci consente, se sappiamo fare compiti a casa di, portare il piano paesaggistico, di chiudere un’intesa con il governo che dice, fermiamoci ai 154.000 barili di cui abbiamo già gliaccordi. Secondo me è un discorso fattibile. Non è con la riforma che si creano problemi, lo stesso “sblocca Italia” non nasceva per facilitare le trivellazioni ma, per sbloccare opere come “Tempa Rossa” a Taranto. Dall’altra parte Gianni Rosa, Consigliere Regionale (Fratelli d’Italia), esponente del “NO”: “al contario di quello che ha sostenuto in primis Gianni Pittella, stasera Vito De Filippo e, cosa molto grave, l’Assessore all’Ambiente Francesco Pietrantuono che, afferamano che l’energia non va in mano allo Stato, noi riteniamo che i lucani debbano votare “NO”, perché altrimenti lo Stato potrà decidere da solo se estrarre il petrolio, quindi l’energia, nella maniera che vuole, senza che il territorio possa dire nulla. Questa sera ho sentito slogan come velocizzare, rinnovvare ecc, però non hanno spiegato come si velocizzi o rinnovi la questione. Fare il paragone tra vecchio e nuovo e, sostenere per forza che il nuovo è meglio del vecchio è semplice ma, le cose vanno dimostrate. Sono andati in difficoltà quando si sono rirovati nel cuore della riforma e, si è dimostrato invece che, questa riforma dopo 35 anni, è la peggiore delle ipotesi di riforma che si poteva avere”. A condividere le ragioni del “NO”, anche il Consigliere Regionale (Forza Italia), Michele Napoli: “c’è bisogno di una riforma di legge costituzionale, per velocizzare le procedure di approvazione di legge? E’ la storia che ci insegna che quando c’è la volontà politica di portare a termine un iter legislativo in tempi brevissimi, è possibile farlo. Pensate alla legge Fornero, approvata in solo 8 giorni o, alla legge di Finanza Pubblica del governo Monti, approvata in 16 giorni. Questo dimostra come è possibile portare a casa un procedimento legislativo se solo c’è a volonta politica. La dove non c’è questa volontà e insorgono nella maggioranza che sostiene il governo, ci sono i primi problemi e questo comporta lungaggini e rimpallo tra Camera e Senato. Questa è la verità, del resto il problema non è di un eccesso di legge, anzi abbiamo fin troppe leggi. Semmai, una riforma costituzionale vera, dovrebbe preoccuparsi dello strumento della delegificazione. Si stimano tra i 150.000 e 300.000 i testi di leggi vigenti e, soltanto nel campo penale ci sono 35.000 reati. Io credo che anzichè stare qui a spaccare il capello in quattro e a parlare di semplificare un percorso che, quando si vuole lo si fa, bisognerebbe preoccuparsi dei problemi veri dei cittadini. Quindi invece di stare qui a parlare di semplificare un sistema che, invece si complica come prevede l’artocolo 71 comma 2 della riforma Renzi, sarebbe il caso di pensare ad altre strade. Solo il 6% dei cittadini è interessato alla riforma costituzionale,

invece il 32% pensa che sia fondamentale parlare della riduzione della pressione fiscale, altrenttando, quindi sempre il 32% che, sia necessario rilanciare l’economia. Ditemi voi se è davvero necessario mettere in gran cassa tutto questo cam cam, quando invece i problemi dell’Italia sono altri.

Carlino La Grotta



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