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Pd Gallicchio: 'potere e popolo, sintesi di due mondi distanti e paralleli'

24/05/2016

La situazione politica è preoccupante. Mai come in questo momento storico si è raggiunto il livello più basso di morale e di arrivismo. Vale la pena esprimere qualche concetto personale in virtù del fatto che la politica e i propri rappresentanti, hanno sempre trovato sostegno nella nostra passione quotidiana. Incominciamo col dire che c’è bisogno di una politica di visione e non con le allucinazioni.
Abbiamo due mondi paralleli. Uno è quello di chi si confronta quotidianamente con le necessità della gente e con la triste realtà dell’ingiustizia sociale che è crimine quotidiano. L’altro è il mondo delle lobby che istruiscono attori arroganti posizionati per fare i propri interessi. E purtroppo le filiere alimentano il disavanzo sociale, morale e di povertà.
Sfogliando quotidianamente i giornali è preoccupante apprendere di come sia gestita la res pubblica in generale. Da premettere, che non tutto il sistema è da condannare. Una parte di esso a mio giudizio si salva ancora. Piuttosto si parla troppo senza fare nulla.
Se il responsabile nazionale dell’anticorruzione denuncia l’irregolarità nella gestione degli appalti pubblici e il presidente dell’associazione nazionale magistrati dichiara che “il politico che delinque fa più male di un delinquente di strada”, vuol dire che siamo vicini al capolinea. Le amministrazioni molto spesso diventano il bancomat del clientelismo e degli amici. Spesso con azioni o invenzioni burocratiche che servono a racimolare qualche voto e anche qualche soldo. Servono allora regole e controlli più severi.
E in tutto questo scenario la gente che fa? Muore nell’attesa e nella povertà quotidiana di un’esasperazione sociale ed economica che distrugge le speranze di una vita migliore. E la politica che conta? Litiga per tenere e destinare le poltrone. Ci siamo mai chiesti come mai ci sono tante malate contrapposizioni in uno stesso partito? Semplice. Lo scopo è quello di gestire il proprio apparato. Un partito serio si unisce per pianificare il futuro economico, politico e sociale delle persone confrontandosi, pur nel rispetto delle appartenenze, sui temi sociali che richiedono una seria progettualità e non azioni improvvisate.
Le realtà territoriali e sociali muoiono quotidianamente nel conflitto politico. Ai proclami delle promesse fa da contrasto la realtà di un disagio sociale inarrestabile.
Il PD nasceva con grande speranza di rinnovamento nei valori spesso trascurati dalla destra dell’ultimo ventennio. A distanza di otto anni dalla sua fondazione questo è un partito inquinato da protagonismi che ne hanno indebolito la funzione. I nostri politici guadagnano troppo rispetto al lavoro profuso per trovare le giuste soluzioni ai problemi economici e sociali. E regnano troppo a lungo sfruttando anche la macchina amministrativa
Interi carrozzoni burocratici sono accusati dalle autorità nazionali di inutilità, a fronte di milioni di euro spesi inutilmente e spesso versati con le nostre tasche. Se la magistratura apre inchieste importanti su temi spesso sconosciuti agli stessi amministratori, vuol dire che la vita politica quotidiana è ignara dei tanti problemi che affliggono il territorio.
Ecco perché ci sono due mondi paralleli, quello della gente che non si sente più tutelata e quello di chi è troppo impegnato a difendere il proprio ruolo. Manca assolutamente la meritocrazia che è schiacciata da un’idea di opportunismo e di carrierismo politico irreversibile e incompetente. Troppi capetti occupano postazioni paradossalmente grandi per le proprie capacità. Ma ciò che preoccupa
è l’idea di politica incentrata sull’irregolarità e la compravendita di consenso. E in tutto questo la gente che fa?
La colpa è anche del popolo, che spesso per qualche spicciolo cambia a convenienza e si chiude nel silenzio della propria reticenza. Basta poco per tacere e consentire a chi amministra di vivere nella routine fallimentare delle false promesse e di un populismo ormai senza pudore. E sovente la menzogna divide intere famiglie.
Domani ci diranno che il tempo era poco e che ci vorranno altri cinquant’anni per cambiare le cose. Oppure è tutta colpa di chi ha regnato prima. Ma nel frattempo tutto muore: il lavoro, il petrolio, l’ambiente, le aziende, la speranza nelle persone. E perché tutto questo? Semplicemente perché il popolo e i valori non sono al centro di una progettualità politica. Come non è mai esistita, soprattutto nella nostra regione la progettualità economica e aziendale, che spesso è stata confusa con l’assistenzialismo. D’ altronde anche il prete che si lamenta della politica di colpo si ritrova in paradiso.
Ma c’è una soluzione? L’unica risposta è il coraggio di coscienze rinnovate contro un sistema famelico che domina le nostre realtà. Due parole su tutte: conflitto d’ interesse e corruzione. La verità non sempre arriva dove dovrebbe arrivare. E si paga caro l’acquisto della potenza che mediamente istupidisce.
Il PD è morto schiacciato dal peso delle divisioni e delle vendette. Occorre subito una guida politica in Basilicata che sappia risollevare l’entusiasmo di tanti militanti che ci credono ancora con passione e che spesso sono stati usati in modo ignaro dal sistema. Ma non facciamoci illusioni, in fondo già la politica contribuisce a crearne tante.
Personalmente credo che non si possa togliere alla gente il senso critico e oggettivo delle cose. Non si possono più annullare le coscienze per paura o per incapacità. Il sistema politico non deve fare paura. Ma esso stesso deve essere per vocazione fonte di unione e di speranza per un futuro della gente.

Ovidio Donnadio
Segretario PD Gallicchio (Pz)



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