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La voce della Politica

Lacorazza scrive a Mattarella e annuncia che non sarà ai banchetti per il SI

20/05/2016

In Basilicata non accennano a placarsi i dissapori all’interno del PD susseguenti al ‘siluramento’ di Piero Lacorazza dalla carica di presidente del consiglio regionale.
Nel partito divampa la polemica per degli strascichi che continuano a trascinarsi per un defenestramento che seguita a far discutere.
L’ex presidente della Provincia di Potenza, da politico ormai esperto e navigato, alimenta le voci intorno alla vicenda impiegando strumenti tradizionali e innovativi.
È da poco stato reso noto, infatti, il testo della lettera, spedita il 21 aprile scorso, dell’avversario di Pittella alle ultime primarie regionali, al Capo dello Stato per 'denunciare'il clima, a suo dire avverso, nel quale si è celebrato il referendum del 17 aprile: "è con viva preoccupazione che le scrivo per segnalare alla sua attenzione il clima difficile (…) nei rapporti fra i diversi livelli istituzionali intorno al referendum del 17 aprile, inizia la missiva.
Che prosegue riferendosi alle pronunce in favore della votazione da parte della Suprema Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale tanto che: "non si può certamente tacciare come inutile o dannosa la scelta di istituzioni che hanno agito nell’ambito delle proprie prerogative per tutelare i territori amministrati". Palesando una decisa reazione contro tutti coloro i quali sostenevano e continuano a ritenere che l’operazione referendaria sia stata esclusivamente propagandistica, messa in piedi ad uso e consumo dei promotori.
Infatti, il consigliere della minoranza PD seguita attaccando Renzi proprio su quest’ultimo aspetto sottolineando "un tono del presidente del consiglio (…) addirittura minaccioso, quasi a prefigurare una sorta di ritorsione nei confronti delle Regioni, invitate in maniera sbrigativa a occuparsi di altro. Ma sarebbe buona regola che i rapporti tra le istituzioni fossero improntati allo spirito di leale collaborazione". L’epistola termina con un auspicio e allo stesso tempo un monito in merito alla campagna sul referendum confermativo che il politico potentino si augura si svolga: "con condizioni e toni rispettosi".
Ed è proprio il referendum costituzionale oggetto delle polemiche che presumibilmente si trascineranno fino a ottobre. In quanto attraverso il suo profilo di Facebook, Lacorazza ha condiviso la sua posizione relativamente alla proposta di riforma costituzionale esplicitando che: "non ci sarò ai banchetti per il SI alla riforma costituzionale. Prima dei banchetti non sarebbe stato meglio aprire un grande confronto tra gli iscritti al Partito?
"Sarebbe stato bello" prosegue il post "fare un’assemblea in ogni circolo del PD, confrontarsi sulla Costituzione, ragionare sulla proposta di riforma.(...) Prima di dare vita ai comitati per il SI farei discutere i circoli del PD”.
Chiaro l’intento di invocare un politica che parta dalla base nel tentativo di evitare l'isolamento, difendendosi da chi vorrebbe fargli intorno terra bruciata, coinvolgendo tutti gli scritti, anche perché:
mancano 5 mesi al voto, un tempo abbastanza lungo che consentirebbe un percorso più profondo, una discussione più partecipata per farsi una opinione e poi decidere cosa votare".
Quindi arriva la mossa politica: "la costituzione non è un voto sul Governo Renzi, non è un voto contro il Governo Renzi. Anche se Renzi ci ha messo del suo". Il riferimento è chiaramente ai suoi detrattori, che durante la campagna dello scorso referendum denunciavano il tentativo di proporre una consultazione su petrolio sì e petrolio no, privandoli così di un arma da usare all’occorrenza.
Poi arrivano le stoccate: (..) “ci sono circa 16 milioni di elettori che il 17 aprile, nonostante la potente ostilità del governo, si sono recati alle urne. Possiamo capire se sulla questione energetica c’è un nesso tra questa importante mobilitazione democratica e la riforma costituzionale? Così come vi è anche la necessità di cambiare per diminuire il peso delle istituzioni, la macchina burocratica e suoi costi. Sarà davvero così? Usciamo dagli slogan delle curve e dei tifosi. Ragioniamo. O almeno proviamoci".
D’altronde, le sue perplessità sulla riforma erano già emerse nell’intervista rilasciata alla Siritide lo scorso 12 maggio, quando, tra l’altro, aveva dichiarato: ”ci sono alcuni elementi che vanno chiariti: se questa nuova Costituzione sarà una riedizione dello Sblocca Italia con politiche energetiche che a noi non piacciono; (…) non mi convince l’Italicum; (…) la riduzione dei parlamentari”.
Il messaggio si conclude con parole volutamente forti al fine di spostare l’attenzione dall’idea di referendum, in modo da stimolare una riflessione basata sulla nascita e il valore della costituzione: non ho deciso cosa voterò ad ottobre ma vorrei che prima di allestire i banchetti si aprissero i circoli del PD per dare dignità e consapevolezza ad un voto che può cambiare o meno la Costituzione italiana, nata dalla Resistenza e dal sangue di donne e uomini che ci hanno liberato dall’orrore del nazifascismo.
La campagna elettorale è già cominciata e con essa la lunga partita che verrà contrapposti Renzi e Pittella da un lato e Speranza e Lacorazza dall’altro.


Gianfranco Aurilio



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