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La voce della Politica
Confcommercio: come far sopravvivere i piccoli negozi alimentari |
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4/05/2016 | Cresce, leggermente, la capacità delle imprese del dettaglio alimentare di far fronte ai propri impegni finanziari ma più della metà di esse è riuscita solo con molta difficoltà a reggere il peso della pressione fiscale. E’ questa la tendenza fotografata da Fida (federazione italiana dettaglianti alimentazione) Confcommercio che ha presentato un rapporto. Un comparto – evidenzia Confcommercio Potenza – che ha un ruolo strategico da svolgere specie nei piccoli comuni dove il negozio “generi alimentari” è in troppi casi l’unico esercizio di approvvigionamento alimentare, oltre che per la casa e per la persona. Questo grazie all’orgoglio di tanti alimentaristi ancora oggi la spina dorsale del commercio, un format destinato a restare un solido punto di riferimento per piccoli e grandi centri urbani o rurali.
In Basilicata dal 2009 al 2015, la maggior parte dei negozianti che hanno chiuso non si era specializzata, ma soprattutto Confcommercio punta il dito contro la liberalizzazione delle licenze che ha portato sul mercato poca professionalità, contro la liberalizzazione degli orari che non consente ai piccoli punti di vendita di alimentari di competere con la grande distribuzione e altera la concorrenza, oltre a calpestare diritti che con generazioni di commercianti avevano ottenuto. Chi ha resistito lo ha fatto con la professionalizzazione del personale, la specializzazione di prodotto e di servizio, l’innovazione; e tanto tanto tanto sacrificio.
«Il settore del dettaglio alimentare, da molti erroneamente considerato ormai superato, conferma la propria capacità di resistere alle burrasche del mercato meglio di altri settori» commenta Donatella Prampolini Manzini, presidente FIDA e vicepresidente nazionale Confcommercio: "Ciò non significa che la strada per l'uscita dalla crisi sia ormai spianata, ma che puntare sulla qualità del servizio e sulla specializzazione di funzione, sono caratteristiche che meglio di altre mettono le imprese in condizioni di agganciare la ripresa dei consumi. Sul lato delle politiche occorre affrontare il tema della pressione fiscale che rimane un fattore di ostacolo alla crescita delle imprese".
Per Confcommercio, dunque si sta affermando anche da noi un nuovo concetto di negozio basato su una distribuzione innovativa degli spazi e dei prodotti e sull’uso strategico delle tecnologie, a partire dall’illuminazione, e poi iniziative in rete con i negozi vicini e studi georeferenziali per orientare le nuove aperture. E ancora le carte vincenti sono professionalizzazione, specializzazione e innovazione.
Oggi - sottolinea Fausto De Mare, presidente Confcommercio Potenza - vince chi è più veloce, non chi è più grande. Bisogna essere diversi dalla grande distribuzione. Copiare le idee brillanti e farle meglio. Essere semplici, flessibili e veloci. Per noi il dettaglio alimentare è un servizio del, per e sul territorio, di cui difende le differenti tipicità, promuove le produzioni locali, moltiplica gli effetti sui laboratori artigiani come quelli lattiero-caseari, pastifici, ecc., favorisce l’attrattività turistica come leva per lo sviluppo dell’economia locale, con importanti implicazioni legate all’identità sociale, alla vivibilità e alla qualità dei territori. Attori protagonisti della partita sono indubbiamente Governo ed Enti locali: se con l’Amministrazione centrale l’obiettivo è abbassare l’imposizione fiscale, intesa anche come giorni di lavoro persi dall’imprenditore per gli adempimenti burocratici, con i Comuni occorrerà sempre più instaurare un dialogo costruttivo per discutere le misure idonee a tutelare gli esercizi di dettaglio alimentare. Una saracinesca che viene sollevata è una vittoria per tutto il sistema, viene accesa una luce, si creano posti di lavoro, aumenta la qualità e migliora la vivibilità di un quartiere.
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