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NoScorie:La UIL e il petrolio sostenibile da decreto

28/04/2016

Mentre l’Eni dismette mega giacimenti in Egitto(http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=5611) , la Uil chiede provvedimenti sblocca centro oli mentre è in corso l’inchiesta della magistratura(http://www.olambientalista.it/p=42967). Federpetroli intanto bacchetta Eni proprio sulla cassa integrazione (http://www.ondanews.it/centro-oli-viggiano-eni-annuncia-la-cassa-integrazione-federpetrolidecisione-da-kamikaze/) Il mercato internazionale del petrolio condizionato dal prezzo del barile sta portando a pesanti ristrutturazioni nel settore Oil e Gas di tutto il mondo in termini di posti di lavoro . In considerazione inoltre dei mancati accordi internazionali sulla stabilizzazione del prezzo del barile anche il settore petrolifero dovrebbe riconvertirsi verso altre forme di energia pulite e rinnovabili per la tutela dei posti di lavoro (In aree estrattive il lavoro termina con il giacimento e l’impatto ambientale con la produzione di rifiuti è alto) . Ci chiediamo dopo aver tirato tutto il greggio della val d’agri quale altro decreto sblocca attività petrolifera pensa di proporre l’Uil poiché il lavoro termina con il petrolio a termine? Potrebbe proporre di fare altre estrazioni in tutto il resto della Basilicata ? Con il rischio che tutti gli altri lavoratori che vivono di turismo, agricoltura e agroalimentare potrebbero seguire il destino della val d’agri? Ci riferiamo alle 1863 aziende che in Val d’Agri hanno chiuso nel settore agricolo, dell’allevamento e del biologico in 10 anni (dati Istat) perché non vendevano i propri prodotti perché si trovavano in un’area petrolifera. Stiamo parlando di agricoltura che crea lavoro a tempo indeterminato indipendentemente dalle crisi del settore in Basilicata,un settore vitale della nostra regione. In un’area sempre più spopolata, più povera dove i comuni furono già definiti nei convegni delle compagnie petrolifere “Comuni polvere”.

Se ci fosse stato, un sindacato attivo degli agricoltori avrebbe forse proposto un decreto al governo blocca estrazioni? Il petrolio sostenibile non si concretizza per decreto se non ci sono le condizioni ambientali per estrarre greggio .Soprattutto quando le istituzioni non danno adeguate risposte da anni sull’inquinamento del lago del Pertusillo e dove i controlli e i monitoraggi completi di Arpab sono partiti già dopo dieci anni dagli accordi compagnie petrolifere-regione (http://www.olambientalista.it/petrolioart91.htm) .Dove esiste il più grande bacino idropotabile del meridione d’Italia che da economia e vita a 4 regioni e dove i rifiuti petroliferi costituiscono un enorme problema prima ambientale e poi economico.



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