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I Verdi di Basilicata compatti invitano a votare SI al referendum del 17 aprile

25/03/2016

I Verdi di Basilicata compatti a partire dai membri del Consiglio Nazionale Francesco Giordano e Giuseppe Di Bello ai Portavoce Regionali Mario Di Dio e D'Amelio Maria ai Segretari Provinciali e Cittadini Rosetta Ottomano, Cancellieri Giuseppe, Salvia Franco e Angela Di Bari e tutte le Segreterie invitano i cittadini Lucani a partecipare e far partecipare alla tornata Referendaria del 17 aprile 2016 e votare SI. Sul referendum del prossimo 17 aprile, assistiamo a polemiche ed attività di invito all'astensione che arrivano dalle più alte sfere delle Istituzioni Politiche insieme ad un fronte del no e dell’astensione che continua a mettere in giro dati e ragionamenti falsi e fuorvianti, stabilendo di fatto la loro inequivocabile propensione per lo sfruttamento selvaggio del territorio che è il vero oggetto della consultazione referendaria. Non esiste al Mondo una democrazia che prima accetti un quesito referendario e poi per bocca delle più alte sfere Istituzionali, inviti all'astensione con evidente ed inequivocabile difesa delle Lobby del petrolio che vorrebbero in nome dello sfruttamento delle fonti fossili Nazionali ignorare un patrimonio unico al Mondo di Bellezze Naturali in un mare chiuso come quello dell'Adriatico e del Mediterraneo, contro gli interessi del Popolo Italiano e dei cittadini Lucani e dei lavoratori tutti. Interessi che sono quelli della tutela del territorio, della natura e dell'ambiente e non sullo sfruttamento delle fonti fossili in aree ad alto rischio sismico e dal dissesto idrogeologico in luoghi tra i più importanti d'Italia. Il quesito referendario pone rimedio ad un condono scellerato fatto con la modifica normativa voluta dal governo Renzi a dicembre 2015, che consente alle società petrolifere, che hanno titoli abilitativi entro le dodici miglia marine, di continuare a ricercare ed estrarre idrocarburi (gas e/o petrolio) a tempo indeterminato senza limiti di tempo e senza limiti di tiraggio e di esplorazioni nelle concessioni già autorizzate. In qualsiasi altra parte del Mondo ed anche in Italia vigeva la regola della scadenza all'atto della firma come si vorrebbe per qualsiasi bene dato in concessione e come avviene già in altri settori ogni qual volta si concede, ad una società privata, un bene di proprietà dello stato, che si tratti di idrocarburi, acqua, spiagge o suolo. Come possa un Presidente del Consiglio dei Ministri fare delle affermazioni pubbliche nelle quali sostiene che se non si trivella in Italia ne beneficia la Croazia o invitando all'astensione appare un atteggiamento che viola la Costituzione Italiana ed il ruolo super partes che dovrebbe assumere chiunque venga eletto a capo del Governo Italiano. Vale la pena ricordare che la scadenza delle concessioni è una regola comunitaria, ribadita come tale sia dalla Corte di Cassazione sia dalla Corte Costituzionale, che dichiarando ammissibile il quesito referendario, hanno ribadito che la norma voluta dal Governo ha introdotto una modificazione della durata dei titoli abilitativi già rilasciati, commisurandola al periodo di “vita utile del giacimento”. E' falso affermare che avremo dei lavoratori che perderanno il posto di lavoro sulle piattaforme perchè è loro garantito ciò che avviene in tutto il PIANETA ovvero fino fine della concessione così come concordato al momento della firma, dalle società per cui lavorano. Il quesito referendario non dice di spegnere e smontare piattaforme ciò avviene al termine della concessione ottenuta così come già previsto da leggi e regolamenti nazionali e comunitari.
Vogliono addirittura far credere che il referendum faccia perdere i posti di lavoro quando il petrolio è sceso sul mercato mondiale ai minimi storici e dove un barile pari a 159 litri costa appena 36 dollari e noi ci chiediamo quali convenienze abbiano le compagnie ad estrarre ad un prezzo così basso e cosa comporta invece rischiare senza limiti di tempo concessioni che riguardano l'intera Penisola le cui coste hanno le stesse caratteristiche di vulnerabilità sismica ed idrogeologica della terraferma. Non occorre essere degli esperti per capire che il Bel Paese e La Basilicata hanno altro genere di specificità che andrebbero valorizzate e non offese e trascurate così come sta accadendo da un po' di tempo a questa parte, mentre tutto il Mondo intorno a noi sta cambiando e chiede il superamento delle fonti fossili da sostituirsi con l'energia pulita e rinnovabile succede che in Italia e soprattutto al SUD si prendano decisioni in totale contro tendenza rispetto a tutto il Mondo soprattutto quello occidentale e sviluppato e che addirittura si scopre che le compagnie petrolifere nelle loro attività di ricerca ed estrazione di petrolio e gas sono finanziate con risorse pubbliche che in Italia superano i 14 miliardi di €uro. Le energie pulite e rinnovabili non solo producono più occupazione del petrolio ma dati alla mano non corrispondono ad incremento di spesa relativamente alle spese sanitarie ed oncologiche che in un analisi di costi benefici delle compagnie petrolifere non vengono mai prese in considerazione per la sola ragione che quella voce di costo è a carico di tutti e non delle compagnie petrolifere. Così come non si tiene in considerazione la perdita di produzione della pesca nel caso di questo quesito referendario e che se si fosse trattato della terra ferma sarebbe valsa la stessa regola in quanto non esistono indici nell'analisi dei fattori che parlino di allevamenti, agricoltura, inquinamento uomo e territorio. Se oggi dovessimo considerare questa Operazione del Governo a favore del fossile come un business, dovremmo immediatamente parlare di un prodotto scaduto (i consumi di petrolio e gas in questi ultimi 10 anni sono diminuiti notevolmente) in netto contrasto e controtendenza sia di fronte al mercato sia di fronte alle mutazioni ecologiche che il Pianeta ci chiede e che molti capi di stato di tutto il mondo hanno sottoscritto e sono chiamati a rispettare. Il Presidente Renzi ha parlato di una Croazia pronta a firmare contratti con le compagnie petrolifere ove l'Italia dovesse scegliere di non far trivellare i nostri mari, è tutto falso il governo Croato ha appena firmato una MORATORIA contro le nuove trivellazioni e possiede meno concessioni rispetto a quelle concesse dall'Italia nel Mar Adriatico in cui si contano quasi 500 pozzi attivi su 26 permessi di estrazione in atto a fronte di appena 9 permessi della Croazia. La verità è ben diversa tutte le compagnie petrolifere del Mondo vogliono venire ad estrarre in Italia perchè le Royalties sono le più basse del mondo per una somma pari al 7% sulle estrazioni a mare e del 10% su quelle in terraferma, se a ciò si aggiunge che le prime quantità estratte non danno diritto neppure a quelle esigue percentuali perchè i petrolieri devono ammortizzare i costi di trivellazione con i soldi ed i beni pubblici il quadro si fa più chiaro e mette in evidenza una corsia preferenziale e diretta nei confronti delle multinazionali del petrolio. basterebbe permettere ai cittadini di auto prodursi l’energia e scambiarsela tra vicini. Basterebbe incentivare e incrementare l’efficienza energetica in edilizia per permettere a tutti noi di non vivere in case colabrodo che disperdono la maggior parte dell’energia termica che produciamo bruciando gas. Basterebbe investire in efficienza soddisfacendo quel po’ di calore che serve scegliendo tra solare termico, pompe di calore, caldaie a pellet o addirittura usare sistemi elettrici alimentato da un pannello solare fotovoltaico per gli usi cucina puntare sul biometano.
Per questo i Verdi votano SI, perché di quel PETROLIO E DEL GAS non ne proprio abbiamo bisogno!




Movimento " Liberiamo La Basilicata "




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