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La voce della Politica
NoScorie: 'dopo eventuale rinuncia Shell su Jonio il Governo riconosca l'area' |
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20/02/2016 | Dopo le notizie di stampa sulla rinuncia di Shell (da confermare dal MISE ) ai suoi titoli sul mar Jonio continuiamo ad affermare che il mar Jonio non avrà mai pace ( non solo per le altre istanze sotto e sopra le 12 miglia presenti) fino a quando il governo non la classificherà come area marina free da trivellazioni e ricerca petrolifera, applicando il principio di precauzione al pari del golfo di Venezia .
Ci colpisce l’ articolo del " Sole 24 ore " dove si parla di 2 miliardi d’ investimenti che la Shell spenderebbe altrove rinunciando al mar Jonio . Sarebbe invece il caso di ricordare al sole 24 ore delle altre decine di miliardi investiti in questi decenni in riva al Mar Jonio da tre regioni in turismo, pesca, servizi, cultura e attività a lungo termine (non a tempo determinato come il petrolio) .Non si può pretendere da un territorio turismo , pesca e ricerca petrolifera : I dati Istat ,Apt,Svimez ,Banca d'Italia in Basilicata dimostrano l’incompatibilità economica e ambientale del petrolio nei contesti ambientali ed economici locali , senza entrare nel rischio ambientale .
Sarebbe altresi auspicabile che lo stesso giornale parlasse della generosità invece che il territorio lucano ha verso il governo e le compagnie petrolifere , basta moltiplicare i circa 80.000 barili/al giorno per il costo del barile e i milioni di mc (1.471,45 milioni di Sm3 - dati unmig 2014 ) di gas estratti per il costo del mc .
Tutto questo mentre le compagnie petrolifere avrebbero potuto esprimere la propria generosità in Italia accettando di pagare ai territori royalties dal 50% all’80% come nel resto del mondo invece del 10% , rinunciando alla franchigia sulle concessioni che non fanno neanche scattare le royalties più basse del mondo, pagando di più il costo delle concessioni al pari degli altri stati e applicando gli standard più elevati in tema ambientale senza dover trivellare vicino a ospedali, laghi, fiumi e centri abitati (http://www.olambientalista.it/?p=41945) come purtroppo accade in Italia e in Basilicata.
Ma non ne facciamo una questione di soldi , quelli si creano tranquillamente in un contesto ambientale sostenibile economicamente e non puramente speculativo e a termine fatto sui territori come accade con lo sfruttamento del sottosuolo .
Saremmo ancora più contenti e la Shell rinunciasse anche alle attivittà in terraferma lucana e la smettesse di chiedere altre aree in terraferma.
Il governo deve ammettere di essere stato ampliamento sfiduciato dai movimenti cittadini (ex comitatini ) e dalle regioni già nell’approvazione del referendum sotto le 12 miglia da parte della corte costituzionale che si dovrà svolgere il 17 Aprile . La Strategia energetica nazionale del governo si sta dimostrando un enorme fallimento,mentre al pari degli altri paesi europei e del mondo il governo dovrebbe attuare un politica energetica rispettosa delle popolazioni locali, delle economie locali e dell'ambiente ,in poche parole un pò più di coerenza con le dichiarazioni di Renzi alla conferenza mondiale sul clima di Parigi ?
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