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recensione:libro di Ernesto Galli Della Loggia “Il declino di una nazione” |
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11/06/2017 | Il libro di Ernesto Galli Della Loggia “Il declino di una nazione” di 352 pagine, edito dalla Marsilio Editori, ed acquistabile al prezzo di 20 euro, mette in rilievo che le fantasie sarebbero dunque il vuoto delle idee e l’assenza di una visione della politica, la mediocrità dei suoi esponenti, il ristagno ormai ventennale dell’economia con una presenza straniera sempre crescente, i redditi reali in diminuzione, la condizione malsicura delle strade, delle rive dei fiumi e delle balze delle colline della penisola, i sistemi di trasporto urbano al tracollo, la perenne inefficienza delle amministrazioni pubbliche, la giustizia piena di ambiguità e da tempi esasperati.
A livello politico appare quasi incredibilmente che mezzo secolo fa, dopo che una rincorsa strepitosa iniziata subito dopo il disastro della guerra fascista.
L’Italia è arrivata ad essere tra le prime sei o sette economie del mondo, tra le società più avanzate del pianeta.
Grazie alle scelte politi che compiute nel corso di cento anni, da gruppi dirigenti della più varia formazione, ma tutto partecipa dell’idea, che, finalmente riuniti in un solo stato, la penisola avesse qualcosa di peculiarmente suo si dice (e da fare) nel consesso delle nazioni.
L’Italia di oggi è diversa dall’Italia del dopoguerra e soprattutto de l boom economico anni 50’ e 60 ed è cambiata in tutti i sensi.
Essa assomiglia ad una promessa che non si è avverata ed un paese ha perso il passo e ristagno che ha mancato appuntamenti forse decisivi e che per mille indizi sembra condannato a continui arretramenti rispetto ai traguardi che ad un certo appunto
apparivano a portata di mano.
Biagio Gugliotta
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