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"Emergenza povertà. Acli: "Subito un tavolo di intervento" |
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23/03/2017 | Lo chiede il presidente provinciale Emanuele Abbruzzese: “Verifichiamo la carta Sia e mettiamo in rete il Terzo settore per frenare l’impoverimento delle famiglie”. Una famiglia lucana su quattro è in fascia di povertà con un reddito inferiore ai 1050 euro mensili. Piccoli centri sempre più penalizzati.
“E’ necessario che si apra al più presto un tavolo sulle povertà nel nostro territorio: i dati ci dicono che è urgente un intervento complessivo di sostegno ai nuclei familiari in difficoltà”: è quanto afferma il presidente provinciale delle Acli Emanuele Abbruzzese, alla luce di una prima analisi dei dati Isee calcolati dal servizio fiscale dell’associazione.
“Stiamo elaborando i dati per avere una fotografia più completa – dice Abbruzzese – ma l’evidenza è sotto gli occhi di tutti: le famiglie potentine continuano a soffrire la crisi e occorre che tutte le forze scendano in campo in maniera sinergica. Dal settembre dello scorso anno era possibile richiedere la carta SIA (Sostegno per l’Inclusione Attiva): a sette mesi dalla sua introduzione serve un primo bilancio di cosa ha funzionato e di cosa invece va migliorato sul territorio anche in relazione alla adesione, prevista dalla misura, ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa. Ma se la carta Sia incide solo sui casi estremi, è necessario anche intervenire sullo scivolamento verso la povertà di quei nuclei che fino a qualche anno fa rappresentavano il ceto medio: l’impoverimento va frenato ed il Terzo settore è pronto a fare la sua parte”.
Una famiglia potentina con due figli minorenni, padre e madre, è considerata assolutamente povera se sostiene una spesa mensile per consumi essenziali pari o inferiore a 844 euro. La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è invece pari a 1.050 euro mensili.
Secondo i dati Istat, in Basilicata è in condizioni di povertà relativa circa una famiglia su quattro. Questo 25%, superiore alla media del Mezzogiorno di quasi cinque punti percentuali, porta la Basilicata al terzo posto delle regioni più in difficoltà, superata solo dalla Calabria con il 28,2%, e dalla Sicilia con il 25,3%.
“Se non si prova a ricostruire le condizioni per una vita più agevole – proseguono le Acli – non si riuscirà nemmeno a fermare la piaga dello spopolamento, che sembra inarrestabile. I nostri circoli, sparsi in tutto il territorio e sempre più luoghi di presidio delle comunità, possono testimoniare come in questi anni, a causa delle difficoltà economiche, sia continuata l’emigrazione verso zone più benestanti del Paese, con conseguente chiusura di uffici postali, farmacie ed altri servizi essenziali, sempre più concentrati in pochi Comuni”.
Le Acli fanno proprie anche le parole pronunciate lo scorso anno dall’Arcivescovo monsignor Salvatore Ligorio: “Sono persone e non numeri che scuotono la coscienza, interpellano l’anima, creano sofferenza in chi li ascolta e, soprattutto, in chi conosce cosa ciò significhi”. Ogni giorno nelle sedi Acli, gli operatori ed i volontari dell’associazione ascoltano storie difficili e dolorose offrendo le risposte possibili: è necessario che si crei una vera e proprio rete di assistenza e supporto.
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