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Rotonda: dal sacro al profano

12/08/2016

La giornata vissuta ieri nel Comune della Valle del Mercure è stata piuttosto intensa. Come avevamo avuto modo di anticipare, sono state svelate le fotografie della "installazione urbana" in onore di Sant'Antonio da Padova, patrono di Rotonda. L'evento, intitolato "Tutto per Sant'Antonio", ha avuto quale caposaldo il racconto del rito da un punto di vista liturgico, evidenziandone il carattere religioso quale causa ed effetto. La visione è stata preceduta e seguita da un dibattito che ha inteso spiegare la tipologia e i contenuti delle istantanee, cercando di contestualizzarle in una realtà che, per la profonda devozione, sente moltissimo questa ricorrenza.
In particolare, accanto al contenuto dei banner, materiale nel quale sono impresse le suggestive immagini tutt'ora visibili, bisogna approfondire due aspetti dai quali è emersa l'originalità artistica dell'avventimento.
Il primo concerne la natura, ovvero come mai sia stata scelta un'installazione urbana piuttosto che una comune esposizione in una galleria: «È un percorso che non segue i criteri di una mostra», puntualizza Francesco Delia, uno dei due fotografi protagonisti dell'iniziativa e autore della scelta delle diapositive. «Si è optato - continua - per uno spazio aperto affinché vi fosse un'intrusione nella vita quotidiana. Per far questo abbiamo approfittato del luogo più pubblico che ci sia a Rotonda, ovvero piazza Vittorio Emanuele III, anche se le logge nelle quali sono collocate le raffigurazioni appartengono ad un edificio privato. E - precisa - abbiamo deciso di disporle in alto affinché fossero visibili da chiunque si trovasse in un qualsiasi punto della piazza. Inlotre, proprio l'utilizzo di un loggiato con dieci archi, accanto alla particolarità del sito di esposizione, ci ha dato anche l'input per la successiva individuazione della quantità di foto da condividere con i cittadini».
In seguito, a una nostra domanda sulla conoscenza del rituale, Delia rivela l'altra peculiarità della "mostra" che le ha conferito una certa singolarità: «Nonostante sia la quarta volta che vengo a Rotonda non ho mai assistito alla festa. Per cui, Adriano (Affortunato, l'altro fotografo n.d.r.) che invece la conosce si è occupato degli scatti ed io del successivo lavoro di editing, favorito dall'aver avuto a disposizione delle ottime istantanee».
Chiaro l'intento: i due fotografi hanno voluto raccontare le celebrazioni dagli occhi di chi non le ha mai viste. Adriano Affortunato ne ha illustrato le ragioni: «Ho scattato tante fotografie e sinceramente mi sembravano tutte significative. Frequento Rotonda e questa festa ormai da cinque lunghi anni, per cui conosco parecchie persone. Tuttavia, quest'ultimo aspetto avrebbe certamente condizionato la selezione. Quindi, è stato più opportuno se ne sia occupato Francesco. Si è scelto - prosegue - di omaggiare questa comunità con un lavoro di restituzione del sapere che evidenziasse il senso di appartenenza che si realizza attraverso la condivisione di valori comuni a cui si arriva attraverso le celebrazioni del santo patrono. Ci tengo - conclude - a ringraziare tutti i rotondesi e ribadisco che in effetti si è fatto un lavoro di sintesi, che ha imposto una scelta».
L'ultima considerazione ha riguardato il tema, dalla fortissima connotazione cattolica: «Avendo studiato antropologia - sottolinea Delia - e avendo conosciuto anche l'omaggio a un altro santo patrono, ho potuto appurare, con l'assenso di Adriano, che il vero filo conduttore che lega questi avvenimenti fondati sul cattolicesimo popolare, tanto da divenirne l'elemento dominante, è la fatica. Ovvero, il lavoro che si compie da parte dei fedeli in nome della devozione. Si avverte, quindi, una profonda differenza con una normale festa civile, legata al tempo libero all'insegna del divertimento. Ne consegue, che il nostro percorso narrativo parte proprio da questo presupposto. Grazie agli scatti di Adriano abbiamo voluto raccontare gli sforzi compiuti da chi, spinto dalla fede, consente che si realizzi la festa».
La serata si è conclusa con l'esilarante esibizione del trio proveniente dalla trasmissione Made in Sud: i Malinconici. Che hanno proseguito per oltre un'ora con uno spettacolo molto divertente, condito da tanta improvvisazione legata a continue battute sulle condizioni climatiche affatto estive trovate a Rotonda.
Intanto, nella cittadina che ospita la sede del Parco Nazionale del Pollino è iniziata la sagra della melanzana rossa e del fagiolo bianco, le due "denominazioni di origine protetta" locali. La tre giorni raggiungerà il suo apice proprio nella serata conclusiva della vigilia di ferragosto, quando sul palco di piazza Vittorio Emanuele salirà Gene Gnocchi.

Gianfranco Aurilio
lasiritide.it



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