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Pubblicati due volumi-cataloghii dell’artista di Moliterno Zambrino |
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9/08/2011 | Come uno specchio così la propria arte per guardare dentro se stesso. Una narrazione del proprio fare pittura e fotografia. Un raccontare e un raccontarsi del come sono nate, elaborate e realizzate le proprie opere. Angelo Salvatore Zambrino con due volumi-catalogo da lui stesso editati in un numero ristretto di copie ha voluto far conoscere la sua ormai lunga esperienza di artista, presentando in un’opera ( “Storia di pittura”) i suoi quadri, le tecniche adottate, le sensazioni e gli stimoli motivazionali che spingono al pennello e nell’altra (“Nel cuore della Val D’Agri”) il fascinoso (ed intrigante) gioco di incontro-contrapposizione tra arte e fotografia. Zambrino ci porta dentro una galleria cartacea che è anche un punto di vista del guardare, interpretare il paesaggio, la natura della terra, il territorio in cui vive. In uno dei volumi spiega che l’idea “è stata quella di mettere insieme immagini di diversa fattura senza la pretesa di fare un’opera tecnica”, invece nell’altro testo specifica che “disegni e colori sono serviti a fissare immagini da proporre a se stesso ed agli altri come un ricordo collettivo” e si propongono “nella necessità dell’autore” di avere tra le mani e sotto gli occhi qualcosa da sfogliare per ravvivare la propria memoria sul lavoro svolto negli anni. L’architetto Nicola Marra ha scritto di Zambrino che “Il lavoro assiduo di sperimentazione anche di materiali inediti come vernici industriali, metallo, legno, carbone, carta stagnola, vetri e juta concretizzano un polimaterismo inconscio”, mentre Antonio Rubino ha annotato: “La natura, presa nella realtà è resa attraverso astratte figure che trasmettono un senso di pace…i paesaggi riprodotti sono legati al territorio in cui vive Zambrino e lasciano che lo sguardo dell’osservatore si perda su colline, vallate, insegua nuvole in cieli azzurri e contempli alberi secolari”.
m.m
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