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Arriva in Basilicata la 20esima edizione di Goletta dei Laghi

24/07/2025

Transizione ecologica dell’acqua e governo sostenibile delle risorse idriche. Sono questi i temi al centro del dossier “La gestione dell’acqua in Basilicata” presentato questa mattina da Legambiente Basilicata durante una conferenza stampa, in concomitanza con la prima edizione di Goletta dei Laghi nella Regione.

«Con questo dossier vogliamo fare il punto ed esprimere la nostra posizione su un tema delicato come quello dell’acqua, in un momento segnato da una grave crisi idrica legata alla siccità – dichiara Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata – Una crisi che attanaglia la nostra Regione e tutto il Sud Italia, mentre il dibattito continua a concentrarsi quasi esclusivamente sulle opere idrauliche come invasi, schemi idrici, adduttori come uniche soluzioni praticabili».

Oggi più che mai serve un approccio nuovo e integrato per gestire l’acqua, ripristinando pratiche utili a trattenerla sul territorio e ridurre i consumi, spesso con interventi poco costosi. Tra le strategie proposte da Legambiente ci sono il risparmio irriguo con l’irrigazione di precisione, il riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura, la scelta di colture meno idroesigenti e tecniche che aumentino la sostanza organica dei suoli per migliorare la capacità di trattenere l’acqua.

È importante promuovere azioni di efficienza idrica, riqualificare e rinaturalizzare i fiumi per favorire la ricarica delle falde e ridurre la pressione antropica limitando inquinamento e prelievi. Servono anche sistemi di recupero delle acque meteoriche sugli edifici pubblici e residenziali, investimenti in infrastrutture e tetti verdi per trattare l’acqua piovana, e pratiche di riuso e riciclo con adeguati standard di qualità. Infine, prioritarie sono la riduzione dell’impermeabilizzazione urbana, l’ammodernamento delle reti idriche per eliminare perdite e sprechi, e la lotta ai prelievi abusivi.

«Purtroppo, la nostra Regione - sottolinea Lanorte - sconta, come denunciamo da anni, una storica .carenza di attività di monitoraggio adeguate finalizzate alla caratterizzazione qualitativa e quantitativa dei corpi idrici superficiali e sotterranei. I fiumi e i corsi d’acqua sono poco controllati e monitorati, gli acquiferi sono praticamente sconosciuti dal punto di vista quantitativo e per buona parte non classificati dal punto di vista qualitativo. Questo è il motivo principale per cui la Basilicata non riesce ad approvare il proprio Piano di tutela delle Acque».

Il dossier evidenzia anche le criticità legate agli invasi: il riempimento dei volumi di accumulo esistenti è sempre più difficile a causa del mutato regime delle precipitazioni e della drastica riduzione delle nevicate. Negli ultimi decenni sono risultati evidenti anche gli impatti ambientali e socioeconomici derivanti dagli sbarramenti dei fiumi, oltre alle perdite di acqua per evaporazione e ai fenomeni di innalzamento delle temperature, anossia, fioriture algali e sviluppo di cianotossine, che compromettono la qualità dell’acqua. Per Legambiente, pur essendo utile garantire la funzionalità degli invasi esistenti, è scriteriato continuare a puntare esclusivamente su dighe e grandi opere idrauliche.

Le “7 le azioni per una governance unitaria, integrata e solidale tra le regioni. Legambiente Basilicata insieme a Legambiente Molise e Legambiente Puglia hanno presentato un position paper sulla gestione delle risorse idriche nel Mezzogiorno d’Italia. Si evidenzia un quadro complesso, segnato da criticità strutturali e interdipendenze territoriali che richiedono una regia unitaria. La gestione delle risorse idriche nel Sud Italia, in particolare in Puglia, Basilicata e Molise, presenta un sistema fortemente interconnesso ma segnato da forti fragilità strutturali: la mancanza di una governance integrata, la frammentazione istituzionale, la prevalenza di interventi emergenziali rispetto alla pianificazione preventiva e la scarsa consapevolezza pubblica sul valore dell’acqua. «È urgente rafforzare una governance unitaria delle risorse idriche nel Mezzogiorno, a partire dal potenziamento del ruolo dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale – dichiarano i tre Presidenti regionali di Legambiente – L’istituzione di Acque del Sud S.p.A., subentrata nel 2024 all’EIPLI nella gestione delle grandi infrastrutture idriche in Puglia, Basilicata e Campania, rappresenta un passaggio rilevante ma ancora incerto. La quota minoritaria attribuita alle Regioni rispetto ai soggetti privati solleva però dubbi sul loro ruolo nella tutela dell’acqua come bene comune. Essenziale che le Regioni definiscano accordi vincolanti con la nuova società per garantire una gestione sostenibile, resiliente ed equa, in grado di integrare sicurezza idrica, tutela ambientale e sviluppo economico».

Il monitoraggio scientifico. I prelievi sono stati realizzati il 7 luglio 2025 da tecnici, volontarie e volontari di Legambiente. I campioni per le analisi sono stati prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, realizzate entro le 24 ore dal prelievo. In Basilicata è stato monitorato il lago Pertusillo. I parametri analizzati sono stati gli idrocarburi totali e l’azoto. Per i parametri azoto ammoniacale, azoto nitrico e azoto nitroso sono stati presi come riferimento i limiti del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. Tab. 3 Allegato V (Scarico in acque superficiali): Azoto ammoniacale - 15 mg/l, Azoto nitrico - 20 mg/l , Azoto nitroso - 0,6 mg/l. Per gli idrocarburi totali è stato preso come riferimento il Dm Ambiente 8/11/2010 n.260, All. 1, Tab.3 (Modifica norme tecniche Dlgs 152/2006 Parte II): Idrocarburi totali come esano - 350 µg/l.

I campioni del monitoraggio sul Lago di Pietra del Pertusillo sono stati prelevati in tre diversi punti: Masseria Crisci a Montemurro, l’area picnic nel Comune di Spinoso e Bosco Maglie a Grumento Nova. Tutti i campioni analizzati sono risultati al di sotto dei limiti di sensibilità degli strumenti utilizzati. Secondo Legambiente, questi dati confermano il rispetto della normativa vigente e offrono un quadro rassicurante sulla qualità delle acque del lago in relazione ai parametri considerati, ma al tempo stesso si sottolinea la necessità di monitoraggi costanti e capillari, indispensabili per tutelare il corpo idrico.




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