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Oggi corteo e Consiglio Comunale a Senise sul tema dei rifiuti

11/09/2014



Una rete contro il degrado ambientale, contro l’illegalità denunciata rispetto al ciclo del trattamento dei rifiuti; una rete contro i progetti che, in Basilicata, puntano alla realizzazione di nuovi impianti o di ampliamenti degli stessi. Questa rete parte da Senise, da quando, alla fine dello scorso mese di maggio, è stato reso pubblico un progetto per la realizzazione di un impianto per il trattamento dei rifiuti indifferenziati e per la produzione di Css e di Cdr. Il progetto, inserito nell’ambito del programma regionale di reindustrializzazione dei siti inattivi, è il primo nella graduatoria dei progetti presentati ed è della Nep Italy, una società che risulta ufficialmente costituita alla fine di marzo 2014 e che intenderebbe realizzare l’impianto in una zona rurale, contrada Santa Lucia. Quella che, inizialmente, era la posizione di diversi cittadini e, tra questi, anche coloro i quali risiedono nei pressi della contrada in questione, è diventata la voce di associazioni e comitati che hanno cominciato a fare rete nel territorio. Da Sant’Arcangelo a Tursi, dal Mercure a Pisticci: chissà come li chiamerebbe Renzi questi “comitatini” che, però, tanto piccoli non sembrano essere anche perché, e la storia recente lo racconta, sono stati capaci di bloccare progetti e spegnere impianti. Oggi a Senise l’appuntamento è alle 19, con il Consiglio Comunale, aperto e all’aperto (previsto, clima permettendo, in piazza Vittorio Emanuele) chiesto dalla minoranza e convocato con l’unico ordine del giorno dedicato alla realizzazione dell’impianto di rifiuti e al funzionamento della commissione consiliare costituita nell’ultimo consiglio comunale aperto. Al Consiglio Comunale di oggi, però, ci si arriverà dopo un corteo, che partirà alle 17 dalla parte alta del paese. L’iniziativa è organizzata dal comitato “Per Senise: Rifiuto” e dall’associazione “RifiutiAmoli”.“ Oggi celebriamo la morte del popolo sovrano, della nostra cultura e tradizione, della Costituzione e della legalità, in nome delle decisioni calate dall’alto, dell’arroganza e degli interessi di pochi. Assistiamo alla spregiudicatezza dei politici- spiegano gli organizzatori- a smanie di onnipotenza tanto da poter pensare di disporre a proprio piacimento di un intero popolo e territorio. A tavolino hanno deciso le nostre sorti, per la Basilicata solo trivelle e rifiuti, daremo oro nero e in cambio dall’Italia riceveremo la monnezza, è proprio vero che “dopo il danno c’è sempre la beffa”.Non siamo né affetti da comitatite, né da sindrome di ambientalismi, dato che anche di quello siamo stati privati; questa si chiama sopravvivenza. Difendiamo insieme l’intero territorio regionale dal tour della monnezza, iniziamo da Senise. Facciamo capire bene chi comanda a casa nostra e soprattutto che non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci e farci calpestare”.

La manifestazione prevista oggi a Senise, negli orari che precedono il Consiglio Comunale aperto delle ore 19.00, con tutta probabilità non passerà, come chiesto inizialmente dagli organizzatori, lungo il corso Vittorio Emanuele, luogo previsto per la seduta consiliare. Lo fanno sapere proprio gli organizzatori dopo aver ricevuto una nota dalla Polizia Municipale senisese. “Si comunica- si legge nella nota- che relativamente alla richiesta di autorizzazione alla manifestazione dell’11 settembre il sindaco, pur autorizzando la manifestazione, ha escluso dall’itinerario da voi trasmesso corso Vittorio Emaneuele. Si prega pertanto, ai fini di assicurare una ordinata manifestazione, di voler comunicare la variazione del percorso”. Assicurando che il corteo si concluderà alle 18.30, quindi “abbondantemente prima dell’inizio del Consiglio Comunale- spiegano gli organizzatori- ci chiediamo se in questo modo non si limiti il diritto di manifestare in maniera pacifica. Non è sicuramente nostra intenzione disturbare i lavori del Consiglio, anzi, ed è per questo che avevamo organizzato il corteo a partire dalle 17.00. Comunque la nostra intenzione è quella di far concludere il corteo a via Madonna D’Anglona, prima di arrivare lungo corso Vittorio Emanuele”.

Un territorio che ha già dato in termini di rifiuti

Contrade “Fossi”, “Palombara”, “Frontoni”, “Santa Lucia”: il tour dei rifiuti nel Senisese è lungo pochissimi chilometri, tra discariche più o meno dismesse e impianti futuri. Senza contare il deposito abusivo di rifiuti che attanaglia, da sempre, alcune zone sensibili, come quella a ridosso del torrente Serrapotamo. Il più recente “immondezzaio” di Senise alla vecchia maniera, fu attivo a contrada Fossi ufficialmente fino all’inizio degli anni Novanta, almeno fino a quando non fu presentato il progetto per la discarica di rifiuti urbani (ora anche quella dimessa) di località Palombara. E, strano caso del destino, la storia recente dimostra come non solo Senise (che da qualche anno ha cominciato la raccolta differenziata porta a porta che dà anche i suoi frutti) con le discariche non abbia storicamente un “rapporto tranquillo”, ma anche come per ben tre volte (anzi quattro) venga scelto sempre lo stesso posto per ubicarle. A monte dell’arteria che tange anche contrada Santa Lucia, c’è fosso “Palombara” dove è presente una vecchia discarica ora dismessa, perché il conferimento viene effettuato nella discarica di località “Frontoni” di Sant’Arcangelo, esattamente dall’altro lato della collina. Quattro anni fa, sempre nei pressi di “Palombara”, era stata paventata l’ipotesi, poi scongiurata, della realizzazione di una discussa discarica di rifiuti speciali non pericolosi. A monte, però, proprio nei “Fossi”, c’è la vera e, a questo punto, incontrollata “bomba” ecologica, in un territorio in perenne movimento, tanto che finora non sono serviti a nulla gli interventi per tamponare il dissesto stradale che si crea di volta in volta anzi, si potrebbe dire, di pioggia in pioggia. In particolare, proprio nel punto in cui si trova la vecchia discarica, la strada quasi non esiste più. I rifiuti, sotterrati, stanno lentamente “camminando” verso valle, in un punto che si ricongiunge proprio a Fosso Palombara, a sua volta distante poche centinaia di metri dalle rive dell’invaso di Montecotugno.



Mariapaola Vergallito



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