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Deposito scorie: rispunta la Basilicata |
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19/04/2014 |
| Non conservate forconi, bandiere e striscioni. Perché quello che accadde in Basilicata nel 2003 potrebbe succedere di nuovo. Il perché lo spiega Stefano Vergine in una inchiesta pubblicata su L’Espresso che riapre gli interrogativi sul deposito di scorie radioattive. E che ci ricorda che “In attesa delle linee guida, è difficile prevedere quale sarà la località indicata. Gli esperti indipendenti, tuttavia, ritengono che alla fine la scelta potrebbe ricadere sulle zone che erano già state ipotizzate nel 2001, in gran parte comprese fra Toscana, Lazio, Basilicata e Puglia”. Un'opera gigantesca da 2 miliardi e mezzo di euro, finanziata con l'aumento della bolletta elettrica, che dovrà essere grande quanto un campo da calcio e in una zona tranquilla per resistere intatto per almeno 300 anni. La decisione su dove ubicare il sito spetta alla Sogin che da oltre 15 anni smantella le vecchie centrali. Sull’Espresso in edicola da ieri l’inchiesta completa.
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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