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Opere pubbliche, tra mutui e vendite: il caso di Senise |
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8/02/2014 |
| Opere pubbliche, in particolare comunali, cedute, vendute o affittate ad altri enti o a privati: sono diversi gli esempi anche nell’area sud. Come nel comune di Senise, dove edificio pubblico che vai , mutuo che trovi. La struttura grezza in zona Rotalupo un tempo destinata ad ospitare gli uffici comunali, adesso è passata nelle mani della Provincia di Potenza, dopo un iter non tanto breve e da pochi mesi sono in atto i lavori per la realizzazione del nuovo Liceo Classico “Isabella Morra” che, a proposito di strutture, ad oggi si trova in un edificio privato. Su quello che sarà il futuro liceo grava un mutuo estinguibile addirittura nel 2034, particolare che aveva contribuito a far rallentare le procedure per il passaggio da un ente all’altro. Ci sono voluti, invece, quasi 25 anni per vedere conclusa la nuova caserma dei carabinieri di Senise. La struttura si trova in zona Belvedere, con la parte adibita ad area operativa e la parte dedicata agli alloggi (in tutto 8, di circa 120 metri quadrati l’uno). Per finire di realizzarla il Comune di Senise nel 2005, con l’assenso del Comando Generale dei Carabinieri (che paga l’affitto attraverso il Ministero), ha richiesto e ottenuto un prestito che finirà di pagare nel 2025. Il centro per l’impiego di Senise, invece, grazie ad un accordo con il Comune, da qualche mese non si trova più in una struttura privata ma ha trasferito i suoi uffici presso i locali dell’ex plesso di scuola elementare “San Pietro”, che sopravvive all’interno della struttura che ospita anche le scuole medie “Nicola Sole”. L’ affitto viene pagato dai Comuni che fanno capo al suddetto ufficio. Dopo il trasferimento del servizio nella struttura pubblica ex plesso San Pietro, per il Comune di Senise non solo c’è il risparmio della sua parte di affitto, ma anche le entrate corrispondenti alle quote che gli altri Comuni versano, per un totale di 24mila euro.
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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