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Senise e quel monolito di terra simbolo di due disatri annunciati |
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28/01/2014 |
| A vederlo lì, quel monolito di terra, solitario al centro del vuoto creato dallo smottamento, è impossibile non pensarci. Nei giorni successivi al crollo della palazzina di Vico Piave a Matera, lo avevamo ricordato. Ora ci tocca riparlare proprio di Senise per ricordare la frana, terribile, del 1986, a monte dell’abitato, su collina Timpone. In molti lo hanno detto anche attraverso le pagine dei social network. Doveva succedere di nuovo. Un altro disastro annunciato. E la notizia viene alleviata solo in parte dalla fortuna di non dover piangere i morti o seri danni alle persone. Ma questa circostanza deve, comunque, contribuire a rendere la mente più lucida fin da subito per capire cosa fare e scovare eventuali responsabilità. La Gazzetta si era già occupata, qualche anno fa, della vicenda dell’area di servizio. Lo aveva fatto pubblicando un esposto a firma del signor Pasquale Spaltro, che ha un terreno dall’altro lato della strada lungo la quale si trova l’area di servizio. Nel febbraio del 2009, con tanto di documentazione fotografica, Spaltro aveva indirizzato le sue lettere a ufficio tecnico comunale e polizia municipale, chiedendo interventi urgenti e controlli rispetto ad un primo cedimento di terreno che aveva interessato la parte sinistra della collina, nella parte opposta rispetto a quello di domenica. Ancora, infatti, non era presente il muro di consolidamento costruito a posteriori. Quello di Spaltro era solo una delle diverse segnalazioni che altri cittadini, tra cui i proprietari del terreno ceduto a monte, avevano fatto. In particolare, la comunicazione indirizzata agli uffici della Protezione Civile Nazionale, i proprietari del terreno esordivano proprio ricordando il terribile smottamento del 1986 e scongiurando che, drammi del genere, accadessero di nuovo. Perché tra l’allarmismo e la Memoria esiste un confine che poi tanto sottile non è. Almeno non quanto quello tra il mero ricordo e la pratica quotidiana.
A Senise resta interrotta al traffico veicolare, in via precauzionale, la strada a monte dello smottamento che nel pomeriggio di domenica ha interessato un’area di servizio in contrada Mercato, all’ingresso dell’abitato. La strada chiusa al traffico si trova in contrada Cappuccini: qui, a pochi metri dalla properietà che ha subìto lo scivolamento del terreno, si trova il complesso dell’ex convento dei Cappuccini, dove ci sono alcune abitazioni e, qualche metro più avanti, le palazzine popolari di recente costruzione che ospitano decine di famiglie, comunque lontane dalla zona franata. Lo smottamento, ricordiamolo, che ha praticamente fatto scivolare a valle un'ampia area composta soprattutto da uliveti, si trova in un luogo che era stato già ampiamente oggetto di esposti, a partire dal 2006, da parte di privati cittadini che lamentavano la realizzazione dei lavori in scarsa ottemperanza delle norme di sicurezza rispetto, soprattutto, allo sbancamento che era stato realizzato per costruire l'area di servizio. Circa tre anni fa, dopo uno smottamento più lieve, la società proprietaria dell’area di servizio aveva fatto costruire un muro che si trova nella parte sinistra della collina. Intervento che, evidentemente, non è stato sufficiente a scongiurare lo smottamento nella parte opposta della collina.Questa mattina si attende a Senise il sopralluogo dei tecnici dell’ufficio Difesa del Suolo della Regione Basilicata. Il sindaco Giuseppe Castronuovo, in qualità di responsabile alla Pubblica Sicurezza, oltre alla chiusura delle strutture presenti nell’area di servizio, ha emesso nella giornata di ieri un’altra ordinanza per invitare i proprietari e, dunque, i responsabili dell’area a prendere eventuali iniziative volte a mettere in sicurezza i luoghi effettuando, naturalmente, le dovute indagini da un punto di vista tecnico.
Mariapaola Vergallito |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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