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Confesercenti: pmi lavorano 162 giorni l’anno solo per il fisco

28/05/2013



Una piccola e media azienda lucana lavora per 162 giorni l’anno solo per il fisco. A lanciare l'allarme è uno studio Confesercenti sulla situazione della pressione fiscale nel nostro Paese.
Confesercenti ricorda che il "Tax Freedom Day" (il giorno della “liberazione” dal fisco) che nel 1990 scattava a maggio, ora è scivolato al 12 giugno.
Secondo Confesercenti "l'abbassamento della pressione fiscale è più che mai una priorità che non può essere risolta con qualche misura tampone. Le risorse" insiste Confesercenti "vanno trovate tagliando la spesa pubblica. Gli sprechi, le spese inutili, i troppi livelli istituzionali producono uno sperpero enorme di denaro pubblico. Si può cominciare a risparmiare molto con il rigore ed una coraggiosa riforma. E' strumentale ogni tentativo di prendere tempo: bisogna cominciare subito per favorire la ripresa".
Il nostro, secondo Confesercenti, "è il paese delle tasse, delle troppe tasse". Abbiamo appena segnato il record della pressione fiscale, con il 44% del 2012, "e già siamo pronti a superarlo di slancio con l'ulteriore aumento atteso per il 2013 (44,4%)". E il futuro, sempre stando alle valutazioni ufficiali, non promette nulla di buono: "le previsioni "tendenziali" (quelle che diventeranno realtà se non si farà nulla) ci dicono che la "maledizione" del 44% ci accompagnerà (decimo più, decimo meno) almeno fino al 2017", avverte l'Associazione
L'Italia, poi, si colloca al primo posto in Europa nel "total tax rate" (somma delle imposte sul lavoro, sui redditi d'impresa e sui consumi), con un 68,3% che ci vede quasi doppiare i livelli di Spagna e Regno Unito e ci colloca bel oltre quello della Germania (46,8%). Siamo, poi, ai più alti livelli europei quanto a numero di ore necessarie per adempiere agli obblighi fiscali (269): 2,5 volte il Regno Unito, il doppio dei paesi nordici (Svezia, Olanda e Danimarca) e della Francia, un terzo in più rispetto al Germania. Infine siamo "in coda, fra i paesi Ocse, nella graduatoria di efficienza della Pubblica Amministrazione, con un valore (0,4) pari a un quarto di quello misurato per la Germania e il Regno Unito".
Per fronteggiare le spese, il cittadino medio ha dovuto impegnare una quota crescente dei frutti del proprio lavoro: se nel 1990 le imposte locali assorbivano l'equivalente di meno di 8 giorni di lavoro annuale, nel 2002 l'impegno risultava triplicato e nel 2013 finirà per toccare i 26 giorni. "Una crescita, insomma, di quasi il 250% in poco più di venti anni".
Quella della pressione fiscale messa insieme al calo dei consumi e a tutti gli altri costi aziendali in aumento – dice Prospero Cassino, presidente Confesercenti provinciale di Potenza - è una miscela esplosiva che ha un impatto fortemente penalizzate specie per le nostre micro-imprese, imprese di famiglia o ditte individuali.



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