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Dagli appalti al concerto in odore di camorra:ecco perchè a Scanzano c'è mafia

21/01/2020



“Una serie di condizionamenti nell'amministrazione comunale di Scanzano Jonico volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilità dell'istituzione locale, nonché il pregiudizio degli interessi della collettività, rendendo necessario l'intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell'ente alla legalità”. Sono state rese note le motivazioni che, nello scorso mese di dicembre, hanno portato allo scioglimento del Consiglio Comunale di Scanzano Jonico.
Come si legge nella relazione del Ministro Lamorgese, ‘’nel comune di Scanzano Jonico sono state riscontrate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono la libera determinazione l'imparzialità degli organi elettivi nonché il buon andamento il funzionamento dei servizi, con grave pregiudizio per l'ordine e la sicurezza pubblica.
I lavori svolti dalla commissione hanno preso in esame, oltre all'intero andamento gestionale dell'amministrazione comunale, la cornice criminale e il contesto ambientale dove si colloca l’ente, con particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e le locali consorterie e hanno evidenziato come l'uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti o imprese collegati direttamente o indirettamente alla criminalità organizzata’’.
La commissione di indagine ha analiticamente esaminato il profilo degli amministratori e dei dipendenti, alcuni dei quali gravati da pregiudizi penali e ha posto in rilievo la sussistenza di un'intricata rete di rapporti parentali, frequentazioni, cointeressenze tra gli stessi ed esponenti della criminalità del luogo, sottolineando come tale stato di cose abbia compromesso il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione locale, indirizzando le scelte su percorsi non rispondenti ai principi di legalità e trasparenza.


’’IL TECNICO DI FIDUCIA’’La relazione prefettizia si sofferma sulla figura di uno degli amministratori che ricopre un ruolo di rilievo nell'ente, che nell'ambito della sua attività professionale è il tecnico di fiducia di uno stretto parente di un esponente di primo piano della famiglia criminale egemone, ponendo in rilievo oltre all'evidente conflitto di interessi, il ruolo primario che lo stesso ha svolto in alcuni procedimenti amministrativi, adoperandosi per favorire gli interessi dell'organizzazione mafiosa a discapito del perseguimento dell'interesse pubblico.

LA STRUTTURA BALNEARE In tal senso si sono rivelati significativi gli esiti di un controllo effettuato dalle forze dell'ordine presso una struttura balneare gestita da un sodale dell’indicata cosca, sottoposto alla misura di prevenzione di pubblica sicurezza e tratto in arresto nel febbraio 2019. Gli accertamenti disposti erano finalizzati a verificare il possesso dei previsti titoli autorizzativi per l'apertura di uno stabilimento balneare con annesso chiosco bar che risultava utilizzare, per l'esercizio dell'attività, i bagni pubblici comunali. Nel corso della verifica ispettiva è emerso che il menzionato esponente mafioso, dal 2013 e fino alla data del controllo, ha gestito i suddetti servizi pubblici in virtù di una autorizzazione comunale rilasciata nello stesso anno per la sola stagione balneare in corso, non rinnovata per gli anni successivi. Si evidenzia che la gestione dei bagni pubblici, senza alcun titolo autorizzativo, ha permesso di soddisfare i requisiti igienico sanitari richiesti per tale tipo di esercizi pubblici. lo stesso gestore ha confermato di non aver mai chiesto il rinnovo dell'autorizzazione per l'utilizzo dei bagni pubblici, in quanto in tal senso era stato consigliato dal menzionato amministratore comunale, suo tecnico di fiducia.


L’IMPIANTO DI RIFIUTI Un'altra analisi è stata fatta sulla realizzazione, su istanza della figlia del capo del clan localmente egemone, di un impianto di recupero, stoccaggio e riutilizzo per rifiuti non pericolosi da collocarsi in un'area sottoposta a vincolo. Viene rappresentato che lo stesso amministratore ha avallato, senza mai contrastarlo, l'operato di un tecnico comunale che per le suddette finalità ha posto in essere una serie di interventi viziati da irregolarità e illegittimità finalizzati a concedere una sanatoria per alcune opere edilizie abusive. Lo stesso tecnico ha inoltre tentato di far approvare un’apposita variante dello strumento urbanistico comunale necessaria per realizzare l'impianto, che non è stato possibile perfezionare solo grazie alla ferma opposizione del ufficio urbanistica della Regione Basilicata.
IL CONCERTO Poi c'è la vicenda che riguarda lo spettacolo musicale nell'ambito del programma estivo 2018 organizzato dalla proloco di Scanzano Jonico e patrocinato dal comune, allestito da un'associazione facente capo direttamente a soggetti interni alla locale organizzazione criminale e il cui presidente è uno dei destinatari delle menzionate ordinanze cautelari. Si tratta del concerto di un cantante neomelodico, noto per le impronta marcatamente elogiativa del mondo criminale, i cui brani sono esplicitamente celebrativi della camorra. Nel corso dello spettacolo tutta la struttura organizzativa ha inviato agli spettatori messaggi che, metaforicamente, erano tesi ad affermare la presenza e l'influenza nel territorio delle consorterie criminali e ha inoltre diffuso sui social network un video nel quale, effettuando un accostamento tra la città di Scanzano Jonico e alcune delle zone di Napoli gravemente controllate dalla camorra, campeggiava l'immagine di uno degli organizzatori, anche egli destinatario di ordinanze cautelari, raffigurato in compagnia di sodali e in pose tipicamente esaltanti la sua posizione di ‘’camorrista’’. E’ tra l'altro emblematico che gli amministratori locali, alcuni dei quali come evidenziato vicini per legami parentali o frequentazioni ad ambienti mafiosi, che avrebbero dovuto assumere una funzione di indirizzo e controllo, abbiano consentito che venisse effettuato uno spettacolo al quale hanno partecipato oltre 6000 persone, inserito dal Comune nel cartellone degli eventi estivi, senza verificare che fossero state predisposte le obbligatorie misure a tutela della sicurezza e incolumità pubblica e senza aver rilasciato La prescritta autorizzazione per lo svolgimento dell'evento.

Nell'analizzare il comportamento degli apparati burocratici inoltre, la relazione del prefetto mette in evidenza il profilo di un dipendente, già persona di fiducia di un precedente amministratore comunale, la cui continuità agli ambienti criminali è ben tratteggiate in alcuni passaggi della menzionata ordinanza cautelare del 2019. E’ emerso che il dipendente, aggravato anche nel corso degli ultimi anni da numerosissimi pregiudizi penali, nel 2005 è stato tratto in arresto, su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Potenza, con l'accusa di aver posto in essere condotte penalmente rilevanti avvalendosi delle condizioni di associazione di tipo mafioso. Fonti tecniche di prova attestano tra l'altro la sua propensione a rendersi disponibile alle richieste avanzate da esponenti di vertice dell'organizzazione criminale.

APPALTI E AFFIDAMENTI DIRETTI La commissione si è soffermata in particolare sul servizio d'igiene urbana, affidato nel febbraio 2010 a un'impresa che, sin dalle fasi di avvio del servizio, ha subito atti di intimidazione cessati nel marzo 2011 in coincidenza, come evidenziato nella relazione del prefetto, con l' assunzione fittizia di uno stretto parente del capo della consorteria mafiosa nonché con la sottoscrizione da parte della stessa impresa di un contratto di locazione di un immobile di proprietà della figlia dello stesso capocosca. Nel 2018 l'attuale amministrazione ha avviato una nuova procedura di gara, espletata dalla centrale unica di committenza e aggiudicata nuovamente dall'impresa summenzionata pure a fronte degli evidenziati inadempimenti che avevano portato alla risoluzione consensuale del contratto. Circostanza che ha dato luogo ad un contenzioso amministrativo alla fine del quale, come ampiamente riportato nella relazione del prefetto, in accoglimento del ricorso proposto la gara è stata aggiudicata ad un'altra impresa. Nella relazione si evidenzia come l’accesso ispettivo abbia evidenziato le illecite ingerenze della criminalità organizzata nell'espletamento di tale servizio, ponendo in rilievo altresì come una gestione inefficace della cosa pubblica e un procedimento di gara viziato da anomalie e irregolarità abbiano consentito all'impresa in argomento di proseguire il rapporto con l'amministrazione locale, in tal modo agevolando gli interessi dell'organizzazione criminale egemone.


Mariapaola Vergallito
Lasiritide.it


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