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| Riesame: 'Pittella resta ai domiciliari' |
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20/07/2018 |
|  Dopo il Gip, anche Il Tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di revoca dei domiciliari avanzata da Emilio Nicola Buccico e Donatello Cimadomo, avvocati di Marcello Pittella. Da quanto si è appreso, i giudici si sarebbero anche presi 45 giorni di tempo per il deposito delle motivazioni cui presumibilmente seguirà il ricorso in Cassazione da parte dei legali del presidente della Regione Basilicata contro quest’ultima decisione .
La posizione di Marcello Pittella adesso si aggrava anche sotto il profilo politico, in quanto fino alla revoca dai domiciliari continuerà a rimanere sospeso dal suo incarico per effetto della legge Severino. Inoltre, a questo punto, si fa sempre più strada l’ipotesi che la mancata revoca della misura possa essere collegata proprio alla volontà del governatore di non dimettersi. A differenza di Quinto e Benedetto, entrambi autosospesi dalla Asm e verso i quali è stata disposta l’attenuazione della sanzione provvisoria dal carcere ai domiciliari. Chiaramente, senza considerare quanto emerso dagli interrogatori di garanzia che potrebbero avere avuto un peso non indifferente. Ricordiamo che appena due giorni fa il Consiglio Regionale lucano ha respinto la mozione che chiedeva le dimissioni di Pittella.
Rammentiamo in proposito che secondo le motivazioni di Angela Rosa Nettis, Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Matera, alla base dell’adozione delle misure cautelari vi era la necessità per i sospettati di “stare tutti lontani da occasioni di ricaduta nella commissione di analoghi reati”, in quanto, “per la gravità dei fatti contestati”, “può ritenersi che in sentenza non possono riportare, pur facendo ricorsi a riti alternativi, una pena rientrante nei limiti temporali ai fini della concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena”.
Pittella si trova ai domiciliari da venerdì 6 luglio, ed è accusato di abuso d’ufficio e falso per 2 dei quattro concorsi finiti sotto la lente di ingrandimento della Procura di Matera e della Guardia di Finanza.
Gianfranco Aurilio
lasiritide.it
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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