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Rotonda: il Comune non restituirà 92mila € e ne incasserà 654 mila per lo stadio |
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23/06/2018 |
| Il Comune di Rotonda non dovrà restituire al Ministero del Lavoro la cifra di 92 e 962 euro: quale “contributo per la stabilizzazione di 10 lavoratori ex Lsu”. “Secondo le nuove indicazioni fornite – si legge nella determinazione del direttore generale dello stesso Dicastero – per l’anno 2016 il Comune di Rotonda ha rispettato i limiti di spesa di personale previsti dalla normativa vigente”. “Confermando – prosegue la nota – la dichiarazione del sindaco (Rocco Bruno, ndr) del 2/2/2016”. Di conseguenza viene a determinarsi “la cessazione della materia del contendere innanzi al Tar Basilicata”.
Ci eravamo occupati della vicenda nello scorso mese di novembre, ovvero dopo aver appreso della richiesta da parte del Ministero di restituzione di questa somma. Le ragioni erano da ricercare nel mancato rispetto “delle misure di contenimento della spesa per il personale per l’annualità 2016”, che non avrebbe dovuto superare “791 mila 154 euro” mentre, sempre secondo il Ministero, il costo della dotazione organica del Comune si attestava sugli “858 mila 785 euro”: superando il limite di 67 mila euro. L’Ente locale si era opposto immediatamente al provvedimento ricorrendo al Tar e sostenendo non vi fosse stato “alcun sforamento nel periodo di riferimento”.
Intanto, è stato reso noto l’ammontare del finanziamento concesso dalla Regione per il rifacimento del campo sportivo “Gianni Di Sanzo”. In seguito a una deliberazione della Giunta Pittella, si è appreso che l’importo complessivo del trasferimento sarà pari a 654 mila e 44 euro. Un investimento davvero considerevole che, unito al recente stanziamento di 55 mila euro derivanti dal programma per il miglioramento “dei servizi di base per le popolazioni rurali”, permetterà di ammodernare l’impianto e, anche attraverso la posa del manto erboso, di renderlo fruibile per la Serie D.
Gianfranco Aurilio
lasiritide.it |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
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