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Trialometani: 'occorre ricognizione dei possibili danni sanitari già subiti' |
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22/06/2018 |
| Il dottor Agostino Di Ciaula è il referente per la Puglia dell’Isde, associazione medici per l’ambiente. Questa mattina ha pubblicato una relazione indirizzata al sindaco di Policoro Enrico Mascia che, a sua volta, aveva chiesto un parere relativo a ripetuti riscontri da parte dell’agenzia regionale dell’ambiente, di contaminazione dell’acqua potabile con trialometani in diversi Comuni della fascia ionica della Basilicata.
“L’accesso all’acqua- scrive Di Ciaula in un post- è un diritto inalienabile ma diventa sempre più complicato averla in quantità sufficiente e non contaminata da sostanze chimiche tossiche. È un problema che si sta presentando sempre più frequentemente e con rilevanza crescente in molte regioni d’Italia, con gravi rischi soprattutto in gravidanza e in età pediatrica. Da anni si ha a che fare, di volta in volta, con i timori giustificati di comunità esposte ad acqua che contiene amianto, PFAS, idrocarburi, pesticidi, arsenico, tallio o altri veleni. La situazione non è certo aiutata da una normativa il più delle volte inadeguata e dallo sbilanciamento verso la privatizzazione della gestione dell’approvvigionamento idrico. Il Sindaco ha affermato di avere intenzione di valorizzarla “intraprendendo ulteriori iniziative con gli enti preposti”. Ma i sindaci e le Comunità non andrebbero lasciati soli a fronteggiare un problema enormemente più grande di loro”.
“Indipendentemente dalla presenza e dall’eventuale prosecuzione di una condizione di aumentato rischio sanitario- conclude- una ricognizione esaustiva dei possibili danni sanitari già subiti dalla popolazione esposta dovrebbe essere condotta mediante valutazioni epidemiologiche di coorte adeguatamente disegnate, che tengano in considerazione appropriati e specifici indicatori sanitari da correlare con risultati di biomonitoraggio individuale, escludendo l’influenza di fattori di confondimento”.
Leggi la lettera del dottor Di Ciaula
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
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