Metaponto, avv. Bitonti: ‘Sgombero per migranti, ricorreremo al Tar’
12/06/2018
Questa mattina si è tenuto un incontro, durato un paio d’ore, tra il sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, e le associazioni per discutere della questione degli alloggi dei migranti dopo l’ordinanza di sgombero dai campi abusivi dove vivono in seguito a una nota dell’Azienda Sanitaria di Matera, che ne dichiarava l’insalubrità. Presenti l’Osservatorio Migranti Basilicata, con il presidente Gervasio Ungolo, Yasmine Accardo, coordinatrice nazionale della campagna “LasciateCiEntrare”, e l’avvocato Abate dell’Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione Basilicata.
“Il sindaco ha confermato l’adozione dell’ordinanza quale atto dovuto e non ci saranno altri incontri poiché lui non ha nessun potere e questa vicenda non ha soluzione”, ci ha spiegato l’avvocato delle associazioni dei migranti Angela Bitonti, presente anche lei alla riunione. “In ogni momento – ha aggiunto – potenzialmente già da questa sera, queste persone saranno costrette a dormire per strada”. Parliamo di circa 80 migranti, “ma secondo noi sono di più” sostiene la legale, “tutti con regolare permesso di soggiorno”.
Le associazioni sono favorevoli agli sgomberi, viste le condizioni disumane nelle quali questi poveretti sono costretti a vivere, ma con “la necessità di trovare soluzioni alternative adeguate”. “Il sindaco dice di aver presenziato a diversi tavoli tecnici – ha osservato la giurista –, e in nessuno è stata trovata una soluzione. Per cui, data l’esecutività, da un momento all’altro questi alloggi verranno demoliti e queste persone finiranno in mezzo a una strada. Mettendo a rischio se stessi e gli altri abitanti di Metaponto sia per ragioni sanitarie, che sociali”. Nessun intervento nemmeno da parte della Regione. “Ma in questo caso di salute pubblica dovrebbe intervenire la Prefettura che, data l’urgenza, dovrebbe individuare un luogo dove mandarli”. La questione è anche economica, burocratica e, soprattutto, politica. “Il sindaco ci ha detto che realizzare degli alloggi è troppo costoso, e necessita di tempi di attesa molto lunghi perché bisogna partecipare a bandi europei. Inoltre, ha affermato che la gente non vuole che vengano costruiti”.
“Inutile concedere – ha sottolineato l’avvocato Bitonti – particolari status di protezione, se poi ci dimentichiamo di tutelare i diritti fondamentali. Fossero stati clandestini sarebbero stati accolti nei Cpr, mentre, paradossalmente, considerando che questi sono regolari vengono messi sull’asfalto e abbandonati a loro stessi”. “Non solo, ma si stanno violando anche principi inderogabili, che obbligano lo Stato ad adottare misure di contrasto alla povertà, al disagio e alla vulnerabilità”.
L’avvocatessa pensa di adire le vie legali. “Ricorreremo al Tar contro l’ordinanza di sgombero coatto, sperando in una sospensiva. Tra l’altro, mi è stato assicurato che il provvedimento è stato tradotto e notificato insieme a tutte le informazioni consequenziali, come la garanzia di accesso alla giustizia attraverso i legali. Dicono di aver usato mediatori che traducevano, ma devono dimostrarci che i destinatari abbiano effettivamente compreso cosa stia accadendo. Amnesty International ha individuato una serie di condizioni da tenere in considerazione in caso di sgombero coatto, come ad esempio l’estrema ratio. Ne verificheremo il rispetto”.
Non con i miei soldi. Non con i nostri soldi di don Marcello Cozzi
Parlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua