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P.O. Val d'Agri, tornano i fondi. Lacorazza:'Battaglia vinta' |
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27/05/2018 |
| Il 23 gennaio del 2015 l’allora presidente del Consiglio regionale di Basilicata Piero Lacorazza inviava al presidente Marcello Pittella e al direttore generale del Dipartimento di programmazione e Finanze Elio Manti, una missiva con la richiesta di un tavolo urgente tra i sindaci del Programma operativo Val D’Agri Melandro Sauro Camastra per fare il punto sull’attuazione della programmazione. Non era né il primo e non sarebbe stato nemmeno l’ultimo intervento di Lacorazza sul tema. Oltre un anno e mezzo dopo (nell’autunno del 2016) la Corte dei Conti non ritenne procedere con la parifica di bilancio regionale ed uno degli elementi di bocciatura fu proprio il P.O. “L’obiettivo che oggi si raggiunge- ci spiega al telefono Lacorazza- e cioè l’inserimento dei fondi per il Programma operativo nel bilancio sottoposto alla discussione e alla approvazione in Consiglio regionale, non è indotto solo dalla Corte dei Conti, ma lo è soprattutto grazie ad anni di battaglie”. “Se all’epoca le mie richieste, che portarono anche ad interrogazioni consiliari, fossero state accolte- continua- probabilmente questo aspetto non sarebbe stato rilevante ai fini della parifica del rendiconto di gestione da parte della Corte dei Conti”.
Ma, facendo un passo indietro, quali erano i problemi riscontrati? “Da un punto di vista politico venne generata una discussione divisiva- spiega Lacorazza- perché comuni fuori dalla legge 40 (cioè fuori dall’area delle estrazioni petrolifere) non vedevano, diciamo così, di buon occhio gli altri comuni considerati più ricchi. Quelli coinvolti, invece, erano arrabbiati perché, nei fatti, da anni non ricevevano finanziamenti. I territori soffrirono per l’assenza di un vero e proprio governo politico sulla questione e ci trovammo divisi tra chi vedeva gli altri come sceicchi e chi era sceicco ma senza denaro. Sia chiaro: quei territori non hanno sottratto soldi alla regione perché precedentemente le royalties pagate dalle multinazionali non erano previste tutte per comuni e Regione, ma un 30% era destinato allo Stato centrale. Nel 1999, in virtù di una legge nazionale , anche questo 30% viene retrocesso alla Regione Basilicata per attività di programmazione negoziata. Cioè: Programma Operativo. Per circa un miliardo e mezzo di royalties incassate in questi anni il P.O. a stento è stato finanziato solo per circa il 20% (300 milioni di euro). Non solo quei territori, per legge, non avrebbero sottratto nulla ad altri, ma ad essi non è arrivato nemmeno quel 30% che sarebbe spettato loro”. “Rivendico questa battaglia- continua- anche perché, a dire il vero, negli anni non ho avuto grandi sostegni, forse perché non bisognava disturbare i manovratori, altre volte forse si è stati un po’ timidi nel protestare e difendere posizioni e così via”.
“Adesso è necessario chiudere il vecchio Programma operativo e predisporsi per il nuovo che necessariamente deve essere definito prima del rinnovo della concessione Eni di Viggiano. Un nuovo programma di investimenti – conclude Lacorazza - che potrebbe valere almeno 350 milioni di euro per gli investimenti, a cui si aggiungeranno la quota delle royalties Total e una parte dell'Ires così come previsto dall'art. 36 del decreto Sblocca Italia”.
Nel bilancio regionale che è in fase di approvazione per il triennio 2018-2020 ci sono circa 115 milioni di euro. Questi fondi in parte serviranno a completare il Programma Operativo del lontano 2003. Tra gli interventi previsti ci sono il collegamento della strada provinciale 89 (Roccanova- Fondovalle dell’Agri); la strada provinciale 19 fino a Sarconi; l’accelerazione dell’arteria di collegamento del comune di Moliterno all’area P.i.p. Si tratta di infrastrutture strategiche attese da anni. Tante attese, da un lato, ma le battaglie dal territorio ci sono state? I sindaci hanno lavorato sinergicamente per far sentire la loro voce? Ricordiamo che, anni fa, ci furono anche sindaci che si presentarono le loro dimissioni. Ma, come è naturale, il Comune sul quale viene maggiormente puntata la lente di ingrandimento è Viggiano, il cuore delle estrazioni petrolifere. “La Lugano del sud” come qualche commentatore poco consapevole lo definì anni fa. Il sindaco Amedeo Cicala nel 2017 aveva organizzato un incontro con i colleghi amministratori proprio per fare il punto della situazione rispetto al Programma. Cicala non sembra soddisfatto senza riserve ma mostra cautela. “La domanda che io mi pongo- dice- è quando questi fondi, una volta stanziati, si trasformeranno concretamente in opportunità per i cittadini. Noto, con disappunto, che quando si parla di intese chiuse a livello regionale e nazionale, alle belle parole non seguono interventi a breve termine. Una cosa è avere soldi, un’altra essere messi in grado di investirli”. “Il fallimento dei primi anni del P.O. è stato proprio quello di non riuscire a investire i soldi in maniera veloce, a causa di uno scaricabarile di responsabilità”. Insomma, si evitino i meccanismi farraginosi della burocrazia che servono solo a scoraggiare i Comuni che, al contrario, hanno macchine amministrative semplici. “Nessuno si azzardi, anche questa volta, al gioco delle tre carte- ha detto, in una nota, Filippo Massaro (Csail) oppure pensi di poter imbrogliare ancora i valligiani come i cittadini del Sauro con giochi da mago Otelma in grado di far apparire e subito dopo scomparire i soldi della Val d’Agri. E nessuno provi ad accampare titoli di vincitore o unico difensore degli interessi del popolo del petrolio dopo aver per anni avallato, specie con il proprio voto palese, le scelte del Governo Regionale in tutt’altra direzione”.
Mariapaola Vergallito
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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