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Parco e Osservatorio rispondono a Bonafine che però pensa alla magistratura |
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17/04/2018 |
| Continua lo stillicidio di risposte alle diffide inoltrate dall’avvocato Enzo Bonafine in nome e per conto dell’associazione Radar. In seguito agli esposti dell’associazione, ricordiamo, la Centrale del Mercure è stata ispezionata dalla Procura di Castrovillari in un’azione, quella portata avanti da Radar, che evidenzia ancora di più l’immobilismo di altre istituzioni deputate al controllo. Non a caso, in relazione all’obbligo sancito al Mise di riduzione del 20% delle emissioni del complesso a biomassa, la stessa Arpacal ha risposto all’avvocato Bonafine di non saperne nulla (sic!) e di rivolgersi ai soggetti firmatari dell’intesa.
Domenico Pappaterra, presidente dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, in una recentissima nota sempre in riferimento all’abbattimento delle immissioni della centrale, ha fatto sapere di “aver chiesto di fornire le informazioni al Responsabile Tecnico Scientifico dell’Osservatorio prof. Marsili e ai tecnici della fondazione per lo sviluppo sostenibile che come è noto (non si sa a chi visto che le riunioni dell’Osservatorio non sono aperte e gli atti non sono certo di dominio pubblico, ndr) svolgono le attività tecniche proprio dell’osservatorio”.
Pappaterra invece si ritiene soddisfatto perché “Enel, insieme agli altri soggetti firmatari dell’Accordo Mise, ha dato attuazione agli impegni di natura socio economica di cui agli articoli 6, 7, 8, e 9 dell’accordo”. Insomma: Enel sta rispettando quanto pattuito distribuendo a pioggia i milioni delle compensazioni, e Regioni, Parco e Comuni stanno tenendo perfettamente fede ai propri impegni incassandoli tutti fino all’ultimo centesimo.
Marsili, dal canto suo, ha scritto che “l’attività di ricerca, analisi e reporting” sulla Centrale “sta regolarmente proseguendo” secondo un progetto che prevede attualmente si stia elaborando “la prima bozza di relazione da presentare e discutere nell’Osservatorio Ambientale” e di aver inviato informazioni lo scorso “10 aprile”.
Non si è fatta attendere la replica di Bonafine. “Si è formalmente riconosciuto che sono stati attuati gli impegni di natura socio – economica, ovvero per meglio dire sono stati soltanto elargiti i fondi previsti dalle misure di compensazione, oltretutto impiegati senza vincolo di destinazione alla mitigazione degli effetti negativi sull’ambiente e la salute prodotti dall’impianto”. “Mentre su tutti gli altri punti – sbotta il giurista – si rinvia a una nota allegata a firma del responsabile scientifico dell’osservatorio dalla quale, tra tanti giri di parole, non si dice un bel nulla, ricavandosi conferma, piuttosto, che ancora oggi, a distanza di più di due anni dalla messa in esercizio dell’impianto, non viene svolta alcuna concreta attività di controllo, attesi che si è fermi all’acquisizione dei dati per l’elaborazione della prima bozza di relazione”. “Nessuna verifica è stata svolta sull’impegno di abbattimento del 20% dei livelli di inquinamento cogente sin dalla sottoscrizione dell’accordo”. “Contesto – conclude Bonafine – la teatrale inosservanza degli obblighi di legge. La violazione di tali prescrizioni costituisce ragione di illegittimità che impone la sospensione dell’autorizzazione unica e può assumere rilevanza penale. Mi riservo di informarne la Magistratura”.
Gianfranco Aurilio
lasiritide.it
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
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