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Centrale del Mercure: 'arrestati i titolari di una ditta fornitrice'

12/01/2018



L’operazione “Stige” condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (di seguito DDA) di Catanzaro ha portato all’arresto in tutta Italia finora di 169 persone, tra le quali diversi esponenti della politica e dell’imprenditoria calabrese e non solo. Il deputato dei 5 stelle Paolo Parantela ha affermato che “dalle indagini degli investigatori è emerso quello che a più riprese era stato denunciato anche da rappresentanti delle istituzioni come il presidente della Protezione Civile calabrese Carlo Tansi, in merito ai disboscamenti selvaggi per alimentare il mercato delle biomasse, favoriti dalla connivenza di chi doveva vigilare e non lo ha fatto”.
Più volte, partendo dalle iniziative in tutti questi anni di Ferdinando Laghi, consigliere dell’Ente Parco Nazionale del Pollino e prossimo presidente di Isde International, e dalle parole pronunciate su ”Rai Uno” dal commissario di Calabria Verde Aloisio Mariggiò o scrivendo sugli incendi dolosi,
abbiamo raccontato lo scenario che sembra profilarsi: ossia tagli selvaggi di alberi destinati al business delle biomasse. “Si sospetta – denuncia Parentela, da sempre in prime linea anche nella lotta contro la riapertura della Centrale del Mercure – che la ‘ndrangheta riuscisse a dominare il mercato del legname attraverso intimidazioni e appoggi politici”. In manette, tra gli altri, sono finite anche tre persone (amministratore unico, il padre e il fratello) cui fa capo una ditta fornitrice di Enel per l’approvvigionamento di biomassa per la Centrale del Mercure. Nota in quanto presente negli elenchi ottenuti grazie alle continue e pressanti richieste di Ferdinando Laghi. E non parliamo di un fornitore qualsiasi, poiché era “il secondo fornitore fino ad aprile del 2016 – precisa Parantela – con oltre 9 mila tonnellate di biomassa trasportata”. “Inoltre – aggiunge il parlamentare –, questa stessa azienda compare tra quelle che hanno finanziato la campagna elettorale del Partito Democratico alle ultime elezioni regionali del 2014, che ha portato all’elezione di Mario Oliviero”.
Verso la fine dello scorso mese di settembre avevamo dato delle anticipazioni circa l’attività ispettiva in corso sui tagli abusivi, e portata avanti dalla stessa DDA di Catanzaro (guidata da Nicola Gratteri), e della quale avevamo avuto notizia durante un incontro a Scanzano Jonico organizzato da don Marcello Cozzi di “Libera”, alla presenza anche del sostituto procuratore DDA di Catanzaro Domenico Guarascio e al quale aveva partecipato anche Anna Gloria Piccinini, sostituto procuratore della DDA di Potenza, che aveva lanciato l’allarme proprio per la presenza di “migliaia di boschi e di legname che fanno gola alla criminalità organizzata soprattutto – aveva spiegato la pm – per l’opportunità offerta da queste centrali a biomasse che nascono come funghi”.
La storia dei fornitori della Centrale Enel del Mercure è, per usare un eufemismo, piuttosto tribolata. In base alle poche informazioni disponibili l’unico pre – contratto fu firmato con un individuo cui fu negato per ben due volte il certificato antimafia. Inoltre, un fornitore fu assassinato nell’estate del 2015 in seguito ad un agguato di stampo mafioso ricondotto alla mafia dei boschi. Ai soggetti finiti sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori sono riconducibili comunque non una, ma due ditte da sempre fornitrici dell’impianto del Mercure, tanto da comparire nell’elenco del 2016 e in quello aggiornato al 2017.
Ricordiamo in proposito, a beneficio di chi ancora non lo sapesse, che nello scorsa estate la Giunta della Regione Basilicata ha autorizzato il prelievo di biomasse entro i propri confini. Sui furti di legname indaga anche la Procura della Repubblica di Castrovillari.

Gianfranco Aurilio
lasiritide.it


In una nota l'Enel precisa quanto segue:
"Enel presta massima attenzione alla regolarità legale e amministrativa delle aziende con cui opera che sono tutte sottoposte a numerose e costanti verifiche. Un elenco dei fornitori di biomasse per la centrale del Mercure è da tempo a disposizione degli Enti competenti.

Una volta appresa la notizia relativa all’operazione Stige, Enel Produzione ha immediatamente provveduto a sospendere il contratto di fornitura facente capo all’azienda coinvolta nell’inchiesta della Procura di Catanzaro. Enel Produzione precisa infatti che nei contratti di fornitura di biomassa è prevista la risoluzione immediata degli stessi in caso di provvedimenti interdittivi a carico dei fornitori, nonché di violazioni di quanto previsto dal Codice Etico e dal piano Tolleranza Zero Contro la Corruzione di Enel."



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