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La Regione chiede i rimborsi, i medici incrociano le braccia. Giovedi sciopero

17/10/2017



CGIL, CISL, UIL, FIMMG, SMI e SNAMI considerano gravissima la condotta con cui le Aziende Sanitarie, da un lato, e la Regione dall’altro, stanno continuando ad ignorare le tante problematiche e criticità poste dai medici del servizio di continuità assistenziale. Infatti, dopo la decisione della Giunta Regionale di sospendere unilateralmente l’efficacia di alcune disposizioni contrattuali previste nell’accordo Integrativo Regionale, dopo la manifestazione dello scorso 6 giugno, in cui lo stesso Presidente Pittella assunse l’impegno di rendere possibile e celere il confronto sindacale al fine di risolvere molte inadempienze contrattuali e dopo l’avvio delle prime trattative ancora niente è stato risolto, nonostante la convocazione dei sindacati da parte della Regione per una nuova trattativa.

In particolare abbiamo denunciato: 1) la mancata definizione dei compiti del medico ed in particolare la mancata regolamentazione dell’attività ambulatoriale (art. 67 ACN ) e art.30 comma 1 dell’AIR 1 Aprile 2008; 2) la mancata attuazione del servizio di reperibilità, non più sostenibile né giustificabile in quanto il servizio viene garantito per buona volontà dei medici che, con notevole spirito di sacrificio, continuano nella maggior parte dei casi ad assicurare il servizio attraverso “il cambio turno” per sopperire ad improvvise indisponibilità, o peggio, per assicurare comunque il turno di lavoro anche in caso di malattia per l’impossibilità di trovare un sostituto; 3) la mancata informatizzazione dei presidi di continuità assistenziale, che vede costretti i medici a fare certificati di malattia per telefono o con l’utilizzo dei cellulari personali; 4) la mancata regolamentazione delle prestazioni rese ai cittadini fuori regione (Art 35 comma 4 AIR - art. 57 ACN), comunque assistiti, ma senza compenso diversamente da quanto accade in tutte le altre regioni; 5) il mancato aggiornamento professionale cosi come previsto nell’accordo integrativo vigente art.28 comma 5 e art. 32 comma 5; 6) la mancata retribuzione per le cure prestate ai pazienti in assistenza domiciliare integrata (art. 35 comma 1 AIR).
Di tutto questo e di molto altro si deve di fatto ancora discutere con le Aziende Sanitarie e con la Regione al fine di rendere effettivo un accordo integrativo rimasto sospeso in molti suoi punti e di ricontrattare alcuni istituti contrattuali che necessitano di una doverosa manutenzione.

Da ultimo, fatto ancor più grave, la Giunta Regionale ha deciso di procedere, attraverso le aziende sanitarie al recupero coattivo delle indennità pregresse per un volume complessivo di circa 18 milioni di euro. Questo significa che tutti i professionisti medici della continuità assistenziale, che hanno sempre lavorato con grande responsabilità in tutti questi anni guadagnandosi onestamente il loro stipendio di trovano all’improvviso debitori di cifre da capogiro che possono davvero mettere in ginocchio intere famiglie. Il tutto su un presunto danno erariale che ancora non è stato dimostrato e di cui, in ogni caso, i medici non hanno colpa alcuna. Si tratta, infatti, a nostro parere, di compensi che hanno percepito nella piena legittimità di un contratto e di un accordo integrativo regionale pienamente valido ed efficace.
Come Organizzazioni Sindacali non possiamo che condannare ancora una volta questo grave attacco che viene fatto ai danni di circa 500 professionisti della sanità che tutti i giorni sono in trincea per garantire il diritto alla salute dei cittadini lucani.

Per queste ragioni, i medici del servizio di continuità assistenziale, già in stato di agitazione, hanno deciso di proclamare per giovedì 19 ottobre, a partire dalle ore 10.00 una giornata di mobilitazione con un numeroso presidio davanti al palazzo della Giunta Regionale e hanno deciso, inoltre di bloccare con decorrenza immediate le attività ambulatoriali, ancora senza alcuna regolamentazione (inadempienza contrattuale) e di sospendere l’uso dell’auto propria a partire dal prossimo 1 novembre, previa comunicazione all’azienda da parte del singolo medico di disdetta dell’uso dell’auto stessa.



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