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Anche a Teana (come in molte parti d'Italia) spunta la lista dei non residenti

17/05/2017



Il Comune di Teana, 613 abitanti, si prepara alle amministrative 2017. Sabato scorso sono state presentate le liste e sono 3. Una ‘battaglia’ che si ripropone tale e quale come cinque anni fa, tra il sindaco uscente Vincenzo Fiorenza e il presidente della Pro Loco Vincenzo Lo Vaglio; poi, però, c’è una terza lista, a sorpresa. Ma a sorpresa davvero di tutti, in primis dei teanesi. La sera prima della presentazione ufficiale delle liste la voce circolava ma a tutti pareva talmente strano che nessuno, l’indomani mattina, si è curato di verificare l’esistenza di questa terza lista che, però, in Comune era stata già presentata, prima di tutti, nella serata del venerdi. Si chiama ‘Obiettivo Comune’; degli undici candidati, tra capolista (Cosimo Montemurro, di Massafra) e consiglieri, nemmeno uno è lucano (sono soprattutto pugliesi) e tutti appartengono alle forze dell’ordine o all’impiego pubblico. E, allora? Come avranno fatto a reperire le firme? Infatti non le hanno dovute chiedere, perché Teana è un Comune al di sotto dei mille abitanti. Come i campani Ginestra degli Schiavoni (486 abitanti) e Castelfranco in Miscano (929 abitanti) entrambi in provincia di Benevento. Cosa c’entrano con Teana? C’entrano perché la lista ‘Obiettivo Comune’ (che, evidentemente, di ‘comune’ non ha solo l’obiettivo) è stata presentata anche in questi due centri, rispettivamente nel 2016 e nel 2015 ed ha concluso, nemmeno a dirlo, con zero voti. Squadra e capolista non erano gli stessi ma alcuni nomi coincidevano. Omonimia? A far ‘scoppiare il caso’, l’anno scorso, è stato il sindaco di un piccolissimo comune abruzzese, Carapelle Calvisio (85 abitanti effettivi e 67 elettori). Alle elezioni di un anno fa si presentarono ben 7 liste, per un totale di 62 candidati. Ben quattro di queste sette liste erano composte in larga maggioranza da poliziotti, carabinieri, membri della polizia penitenziaria, nessuno abruzzese. A segnalare il caso, come detto, fu il sindaco (uscente e riconfermato) Domenico Di Cesare, che spiegò al Fatto Quotidiano: “Gli appartenenti alle forze di polizia hanno diritto a 30 giorni di aspettativa retribuita perché la legge vieta loro di prestare servizio durante la campagna elettorale”. Di Cesare inviò una missiva anche al Ministro dell’Interno Alfano, per denunciare questa pratica. “Ha mai avuto risposta?” gli abbiamo chiesto ieri telefonicamente. “No- ci ha detto- si figuri se rispondono ad un sindaco di un piccolissimo comune”.

Mariapaola Vergallito



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