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Telefonini e tumori:intervista ad uno dei legali della storica sentenza di Ivrea |
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21/04/2017 |
| Lo scorso 11 aprile il tribunale di primo grado di Ivrea ha riconosciuto il danno biologico per Roberto Romeo, dipendente Telecom colpito da neurinoma, un tumore del nervo acustico che lo ha reso sordo dall'orecchio destro dal quale parlava al telefonino. Uso dell’apparecchio che si ripeteva, per ragioni di lavoro, costantemente per oltre tre ore al giorno per quindici anni. Si tratta di un caso giustamente rimbalzato alla cronaca nazionale, perché segna un precedente importante in materia. Per questo motivo abbiamo contattato (rigorosamente, su richiesta dell’interessato, su rete fissa) uno dei due avvocati che hanno seguito il caso del signor Romeo, Stefano Bertone, che, assieme a Renato Ambrosio, ha tutelato gli interessi di Romeo cui, in seguito alla neoplasia cerebrale, è stata riconosciuta una rendita vitalizia da malattia professionale pari a 500 euro interamente a carico dell'Inail.
Si aspettava questo verdetto?
Sì, perché il nesso di casualità è chiaro. Le evidenze scientifiche chiariscono che le esposizioni non solo ai telefonini ma anche ai cordless aumentino le probabilità di tumori. La letteratura scientifica invocata dalla controparte è stata ritenuta inattendibile anche per conflitto di interessi di esperti che in realtà erano consulenti di compagnie del settore della telefonia e dell'elettronica, e uno di questi anche della Iarc (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ndr).
Nessun dubbio circa gli effetti nocivi dell'uso che non necessiterebbero affatto di ore ed ore giornaliere di esposizione alle onde elettromagnetiche?
Innanzitutto, l'uso che ne ha fatto Romeo è stato di 3 quattro ore al giorno. Ma poi è provato che le probabilità di neoplasie crescano già dalle 1640 ore di uso complessivo del cellulare. Ovvero un'ora al giorno per 5 anni, o solamente mezz'ora al giorno per dieci. Per cui sicuramente chi lavora, ma in generale chiunque li utilizzi, è a rischio.
In ottica prevenzione, alcuni studiosi ritengono che le tecnologie in continua evoluzione rendano impossibili le comparazioni e quindi ottenere dati cui fare riferimento
Oggi il pericolo è indubbiamente maggiore, perché i dispositivi montano antenne per la voce, per internet, piuttosto che per la radio eccetera. Quindi l'esposizione è chiaramente maggiore.
I rimedi?
I reali effetti solitamente emergono dopo 15, 20 o anche 30 anni. Quindi è opportuno evitare che i più giovani usino il telefonino o il corldess e che anche gli adulti lo facciano solo per i casi di emergenza. Per cui consiglio il ritorno alla cara vecchia cornetta via cavo di una volta.
Gianfranco Aurilio
lasiritide.it
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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