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Potenza, scandalo Eipli spuntano nomi eccellenti |
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17/02/2017 |
| Non 18 indagati ma non meno di 23. Le vicende dell’«inchiesta Eipli» sono state oggetto di approfondimenti più ampi rispetto a quanto emerge dall’ordinanza che, martedì scorso, ha portato due persone in carcere e 9 ai domiciliari.
Come si legge sulla Gazzetta del Mezzogiorno il pm Vincenzo Savoia già da un anno aveva 23 nominativi iscritti nel registro degli indagati, adempimento che, è sempre opportuno ricordarlo, non è sinonimo di alcuna responsabilità ma elemento a garanzia della persona sottoposta alle indagini. Un elenco che contiene anche nomi di primo piano nella vita amministrativa lucana. Nel registro degli indagati è stato iscritto anche un consigliere regionale, Mario Polese, per una ipotesi di concorso in traffico di influenze illecite che si sarebbe iniziata a verificare il primo maggio del 2015. Stesso reato e stessa data per un componente della segreteria del governatore lucano, Biagio Di Lascio, iscritto anche per ipotesi di abuso di ufficio.
Cinque i fatti-reato che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati del Commissario dei Consorzi di Bonifica Giuseppe Pio Musacchio (concorso in traffico di influenze, abuso di ufficio e turbata libertà degli incanti) per fatti venuti alla luce tra l’ottobre del 2014 e metà 2015. Una ipotesi di abuso di ufficio data maggio 2015 ha portato anche all’iscrizione tra gli indagati di Aldo Schiassi, all’epoca direttore dell’Arpab, mentre è un’ipotesi di truffa emersa a dicembre 2015 ad aver portato ad indagare sul direttore della Lucana Film Commission Paride Leporace. E nell’elenco c’è anche l’ex direttore generale di acquedotto lucano Enrico Gerardo Marotta in relazione a una ipotesi di c concorso nella turbata libertà del contraente datata giugno 2015.
Tra gli indagati «eccellenti» anche l’ex commissario dell’Eipli, Saverio Riccardi per una ipotesi datata giugno 2016 di concorso in corruzione.
Nomi e vicende che si aggiungono a quelli dell’inchiesta principale. E a proposito del filone principale di inchiesta ci sarebbero stati contatti tra la Procura e i legali dell’imprenditore Doriano Pacchiosi (non raggiunto dall’ordinanza perché negli Stati Uniti dove il suo gruppo opera da leader) per concordare il rientro in Italia. L’imprenditore era fuori per lavoro e, hanno assicurato i legali, non avrebbe mai avuto l’intenzione di sottrarsi alla Giustizia.
La Gazzetta del Mezzogiorno |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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