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Dissequestrati i depuratori al centro dell'indagine della Procura di Potenza

16/02/2017



Il tribunale del riesame di Potenza questa mattina ha annullato il provvedimento di sequestro dei 49 depuratori gestiti da Acquedotto Lucano (altri tre non sono gestiti dalla società), accogliendo così il ricorso contro il decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice delle indagini preliminari il 18 gennaio scorso.
I giudici del Riesame, infatti, hanno motivato la decisione di annullamento del decreto spiegando che il fatto contestato “non integra il reato di cui all’articolo 137, comma quinto, del decreto legislativo n. 152 del 2006, ma un mero illecito amministrativo”. In sostanza, non vi è, a parere del collegio del tribunale distrettuale di Potenza, nessun reato di natura ambientale(era stata contestata la sola l’omissione di atti d’ufficio).
Del resto, era stata la stessa Procura della Repubblica a ritenere che non vi erano problemi per la salute pubblica.

Acquedotto Lucano, da subito, ha ritenuto di agire nella massima trasparenza, spiegando le ragioni per le quali non era stato possibile conseguire l’autorizzazione unica ambientale (A.U.A) per tutti gli impianti.
Infatti, la titolarità a richiedere detta Autorizzazione è in capo ad Acquedotto Lucano soltanto dallo scorso mese di ottobre.
La competenza a richiedere le autorizzazioni allo scarico è stata disciplinata dalla Regione Basilicata il 22 giugno scorso, con l’emanazione della Delibera di Giunta Regionale n. 689 (“Linee guida regionali in materia di autorizzazione unica ambientale e adozione del modello semplificato ed unificato per la richiesta di autorizzazione unica ambientale”). Delibera che dispone che “relativamente ai procedimenti autorizzativi degli impianti di depurazione di competenza del servizio idrico integrato l’Egrib emana opportuno provvedimento in nome e per conto dei Comuni, al fine di delegare il gestore (Acquedotto Lucano SpA) a richiedere l’autorizzazione allo scarico degli impianti di depurazione di competenza”.

La delega ad Acquedotto Lucano, come detto, è giunta lo scorso mese di ottobre, a seguito della delibera n. 37 dell’Egrib. Da quel momento, la società ha agito tempestivamente, richiedendo l’Autorizzazione Unica Ambientale per 23 impianti di depurazione con potenzialità superiore a 10 mila abitanti equivalenti (terminologia che si riferisce alla capacità depurativa dell’impianto, prescindendo dall’effettivo numero di abitanti che lo adoperano), mentre per i restanti depuratori, i procedimenti di richiesta risultavano già in corso alla data del provvedimento di sequestro.

Dallo scorso 18 gennaio, Acquedotto Lucano ha agito con la massima celerità per completare tutti gli iter autorizzativi e, al contempo, mettere in campo ogni azione utile ad un complessivo sistema di depurazione efficiente e razionale. A tal proposito, d’intesa con la Regione Basilicata, è stato predisposto un piano di ristrutturazione e adeguamento supportato da importanti investimenti attraverso fondi del Programma Operativo Fesr 2014-2020 e di quelli compresi del Patto per la Basilicata e Piano Sud.


foto di repertorio



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