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CIA annuncia “sciopero della semina”

28/07/2016



Lo sciopero in autunno della semina è stato annunciato oggi durante la giornata di mobilitazione dei cerealicoltori lucani associati alla Cia che si è svolta a Potenza. Nel piazzale antistante la sede regionale della Cia si sono dati appuntamento delegazioni di agricoltori provenienti dalle aree cerealicole più importanti che hanno allestito stand con il grano raccolto, pane e pasta, striscioni e cartelli. L’assessore regionale all’Agricoltura Luca Braia ha incontrato dirigenti ed imprenditori agricoli della Cia per rinnovare l’impegno nei confronti del Ministro Martina e dare seguito alle indicazioni emerse al tavolo tecnico nazionale cerealicolo che si è insediato nei giorni scorsi.
Leonardo Moscaritolo, coordinatore nazionale GIE (Gruppo Interesse Economico) cerealicolo – CIA ha denunciato che oggi alla Borsa di Foggia il grano duro della migliore qualità certificata è stato quotato a 16 euro al quintale e che ad alcuni produttori è stato offerto anche di meno. Forme di vero e proprio ricatto inaccettabile – ha detto – perché come registra Ismea produrre grano duro costa più di 20 euro al quintale e quindi dovremo rimetterci.
Ma oggi non solo proteste. Il direttore regionale della Cia Donato Distefano ha presentato ai giornalisti un progetto strutturato per la qualità del frumento lucano di qualità certificata sottolineando che in Basilicata sono circa 10mila le aziende cerealicole. Altre idee del progetto: un sistema di quotazioni legato ai parametri qualitativi analitici; differenziare la qualità e classificarla analiticamente oltre ai classici parametri (peso specifico, proteine, glutine, colorazione; certificare e tracciare le produzioni; una campagna promozionale e formativa per le qualità elevate certificate; chiudere la filiera con industria pastaia e della panificazione; una normativa di riferimento per la contrattualizzazione delle varie fasi della filiera; azione formativa ed informativa verso i consumatori. Per la pasta e il pane che in Basilicata hanno caratteristiche fondamentali per la dieta mediterranea di cui siamo i primi sostenitori – ha detto Distefano – il rischio è di utilizzare grano estero di qualità decisamente inferiore.
Secondo la Cia infatti, per il grano si è andata determinando una situazione paradossale, che ha visto l'immissione nel mercato di ingenti quantità di grano importato proprio nel periodo della trebbiatura, provocando il tracollo dei prezzi e aumentando a dismisura il già ampio divario tra costo del frumento e prezzo del pane e della pasta. Ed è qui che entra il gioco la proposta della Confederazione di bloccare l'import per due o tre settimane, così da permettere lo stoccaggio del grano prodotto e svuotare i silos. In attesa che le azioni annunciate dal Governo la scorsa settimana trovino attuazione e i prezzi risalgano.
Occorre, quindi, favorire una maggiore aggregazione dell'offerta e incentivare da subito contratti di filiera capaci di garantire una più equa redistribuzione del valore e ottenere la massima trasparenza nella formazione del prezzo. Misure non più rinviabili per permettere un cambio di passo e sostenere la redditività per gli agricoltori e la qualità del vero Made in Italy per i consumatori.



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