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Tempa Rossa: operai ancora sul piede di guerra |
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1/07/2016 |
| A Tempa Rossa ancora nulla: fino alle prime ore di ieri pomeriggio i contratti di lavoro, alcuni dei quali scadono proprio in queste ore o sono già scaduti, non erano stati tutti rinnovati o prorogati, ma solo in piccola parte. Lo sciopero spontaneo dei lavoratori dell’indotto della Total, il colosso francese del petrolio che sta costruendo il nuovo centro oli lucano sulle colline della valle del Sauro tra Corleto, Guardia Perticara e Gorgoglione, aveva contribuito ad accendere i riflettori, anche a livello nazionale, sul caso Tempa Rossa. Non per un’inchiesta, ma per quello che le maestranze pensano sia una ingiustizia da fronteggiare: a casa decine di operai allo scadere di contratti di pochi mesi e al loro posto nuova forza lavoro, pressoché romena, bulgara, moldava. Perché? “Perché le condizioni economiche sono forse diverse?” denunciano lavoratori e sindacati. A Tempa Rossa solo il 24% della manodopera è lucana e che quasi l’80% è composta da lavoratori provenienti da altre regioni. Mercoledi pomeriggio, subito dopo il rpimo sciopero delle maestranze, era stata convocata una riunione in Regione Basilicata. Presenti, oltre ad una delegazione di lavoratori, anche la Cgil (con il segretario provinciale Vincenzo Esposito e Giorgio Rocco della Fillea) , la Total, alcune aziende dell’indotto e il presidente della Regione Pittella. Il rischio del mancato rinnovo era rientrato ed è stato deciso di istituire un tavolo con lo stesso governatore lucano per avere un quadro più chiaro della situazione anche in termini numerici. “Oggi l’unico garante è l’istituzione regionale- aveva spiegato Esposito della Cgil- Così come a Viggiano vorremmo arrivare anche qui a fare un protocollo di sito dove vengono stabilite delle regole e garantiti i diritti essenziali per i lavoratori. La situazione igienico-sanitaria è discutibile visto che per gli oltre mille operai sono disponibili solo bagni chimici, peraltro puliti soltanto alcuni giorni della settimana. Inoltre non c'è acqua potabile corrente e il personale, che viene accompagnato all'interno di container per mangiare, deve farlo su più turni perché non c'è spazio per tutti”. I lavoratori, che non vogliono che sia messo troppo tempo in mezzo, sono di nuovo pronti a scioperare e, anzi, ad agire in maniera, se è possibile, più incisiva, qualora l’accordo preso in Regione non dovesse essere rispettato in tempi brevi. I lavoratori si aspettavano un rinnovo del contratto già ieri mattina.
Mariapaola Vergallito
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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