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F. Di Giano (Banca Etica): ‘Chi guida un Parco naturale sia lungimirante' |
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30/06/2016 |
| Francesco Di Giano, membro del Comitato Etico di Banca Etica, incarico che porta avanti da tre anni a titolo gratuito, ha voluto esprimere le sue perplessità in merito all'intervista rilasciata martedì scorso a lasiritide.it da Domenico Pappaterra, presidente dell'Ente Parco Nazionale del Pollino.
«Innanzitutto - afferma Di Giano - che Pappaterra sostenga di aver ereditato questa situazione è vero a metà, in quanto dopo la pronuncia del Consiglio di Stato del 2012, il discorso Centrale del Mercure sembrava essere definitivamente archiviato. Per cui, adesso si può parlare di una rinascita dell'impianto. Cosa avvenuta sotto il suo mandato. Inoltre - prosegue - quando si discute di inquinamento lo si deve fare ad ampio raggio. I mezzi pesanti, ad esempio, non impattano solo la Valle del Mercure, ma il danno ambientale si deve commisurare all'intero tragitto percorso. Poi, asserire che i parametri comunitari siano rispettati è fuorviante, perché trattasi di riferimenti univoci. Sono gli stessi tanto per un'area industriale quanto per un parco naturale che, al contrario, ha una vocazione ben diversa e, nel caso di quello del Pollino, protetto a livello U.E.».
Ma il componente di Banca Etica approfondisce ulteriormente le ragioni delle sue incertezze rispetto a quanto dichiarato da Pappaterra: «Lo stesso certificato fornito da Enel sulle imprese "antimafiate" mi lascia qualche dubbio. Capisco che il presidente agisca sulla scorta di quanto preveda la normativa, ma un politico come lui, perché tale è chi dirige il Parco del Pollino, a mio modo di vedere dovrebbe andare oltre. In merito alle aziende fornitrici della biomassa bisognerebbe cercare di saperne di più, soprattutto se operanti in territori difficili. Non dimentichiamo che anni fa, il leader del comitato del sì alla Centrale, fu allontanato perché indagato. Per cui - aggiunge - sarebbe opportuno fare verifiche più puntuali ex ante, piuttosto che trovarsi poi in difficoltà. Lo stesso dicasi per le immissioni nell'atmosfera. A mio avviso, il leader di un Parco dovrebbe fare valutazioni più profonde, osare di più dimostrando lungimiranza. Se - chiosa- le immissioni nocive si riducessero maggiormente rispetto ai limiti previsti non credo che a Bruxelles si arrabbino».
Sulla Valutazione d'Impatto sulla Salute spiega: «Per farla bisognerebbe spegnere subito l'impianto, non si può aspettare, altrimenti non avrebbe senso, sarebbe troppo tardi».
Sull'Osservatorio per la Valle del Mercure, Di Giano è sulla stessa falsa riga: «L'Osservatorio sarebbe stato necessario fosse già partito. Inoltre, sarebbe più corretto che Enel non lo finanziasse, è legale ma lo delegittimi e sarebbe auspicabile che i decisori non traessero tutto o gran parte del proprio reddito dall'attività di controllo svolta nella Valle».
Proprio sull'eventualità, prevista dall'accordo di compensazione, che Enel finanzi l'Osservatorio per otto anni, il rappresentante del Comitato Etico deduce: «Presumo sia il tempo massimo di vita dell'impianto, se non meno. È piuttosto obsoleto, hanno cambiato la caldaia ma non il resto. È come se avessero impiantato un bay - pass in una persona novantenne. Speri che possa sopravvivere, ma sai che non sarà per molto».
Prima di terminare, gli chiediamo di proporre delle alternative di sviluppo: «Il ceppato impieghiamolo al massimo per produrre energia per le comunità locali e non per una Centrale da 41mila mega watt, che brucia 500mila tonnellate all'anno di biomasse. Anche perché, in un territorio circoscritto è facile verificare che le proporzioni tra alberi tagliati e ripiantati vengano rispettate. Si punti inoltre sullo sfruttamento del ciclo dei rifiuti, implementando programmi pro differenziata. Il presidente del Parco cerchi di reperire risorse, nazionali o a livello europeo per costituire, ad esempio, un fondo di garanzia negli istituti di credito locali, al fine di realizzare edifici e attività produttive sostenibili, cercando di favorire collaborazioni con la politica locale tali da consentire di arrivare a una governance che permetta la crescita economica in loco e l'autonomia energetica da fonti rinnovabili. Banca etica - conclude Di Giano - attraverso la Fondazione Culturale Responsabilità Etica, ha un altro approccio alla finanza tramite l'azionariato critico. Si cerca di far emergere quelle tematiche più sensibili e complesse, come quelle legate alle realtà della Centrale a biomasse del Mercure o a carbone di La Spezia, affinché si arrivi a comprendere la portata reale di determinate attività. Siamo nel cuore del Parco Nazionale del Pollino e chiunque ricopra una carica pubblica in queste zone deve agire avendone la consapevolezza. Capendo che in una riserva naturale sarebbe opportuno non attenersi agli stessi limiti previsti anche per centri industriali. Ma, soprattutto, immaginando un modello di sviluppo coerente con il contesto di riferimento».
Gianfranco Aurilio
lasiritide.it
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
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