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Pappaterra su Osservatorio Ambientale:‘la faccia ce la mettiamo tutti'

28/06/2016



Domenico Pappaterra, presidente dell'Ente Parco Nazionale del Pollino, a margine di una riunione con le parti firmatarie l'accordo compensativo sulla Centrale Enel del Mercure, ha accettato di rispondere alle domande de lasiritide.it.

Ci ragguaglia sulla riunione odierna?

«Oggi ha avuto luogo questo primo incontro tra i soggetti firmatari dell'accordo di compensazione sulla Centrale del Mercure, sottoscritto al Ministero dello Sviluppo Economico. D'altronde, stiamo procedendo attraverso tappe obbligate, derivanti dall'impianto che è attualmente operante e, soprattutto, dagli adempimenti, in particolar modo di Enel SpA, cui bisogna fare fronte. E parliamo di impegni di natura ambientale, socio economica e di ricadute sul territorio, che imponevano che ci attivassimo, consapevoli che ad ottobre sarà previsto un ulteriore passaggio giudiziario».

Quando ritiene che l'Osservatorio Ambientale potrà partire?
«Abbiamo già consegnato una bozza di statuto, in quanto l'Osservatorio è configurato come un' associazione. Ci tengo a precisare che non andremo a creare nuovi organi o commissioni. L'ente in questione, che sarà presieduto dal presidente pro tempore del Parco, vedrà la preminenza di un direttore scientifico di grandissimo prestigio nazionale e internazionale, affinché possa essere garanzia di competenza e terzietà per il territorio».

Ancora non si sa chi sia?

«Questo si deciderà successivamente alla costituzione dell'associazione che si chiamerà "Osservatorio per la Valle del Mercure", il cui atto costitutivo verrà sottoscritto entro fine luglio prossimo»

Cosa si sente di dire a chi ritiene inopportuno, anche se legittimo, che Enel concorra al finanziamento dell'Osservatorio?

«Su questo aspetto voglio fugare ogni dubbio: l'Osservatorio avrà una funzione che eserciterà in totale indipendenza. Ci mettiamo la faccia tutti a partire dai governatori di Calabria e Basilicata e dal presidente del Parco. Partiamo dal presupposto che parliamo di un impianto preesistente alla nascita del Parco e di una vicenda molto complessa. Io capisco la domanda e comprendo le perplessità che animano l'opinione pubblica. Ma garantisco che l'attività di controllo tecnico scientifica sarà assolutamente e totalmente imparziale e trasparente. Proprio per questo terrò costantemente informati i sindaci di Rotonda e Viggianello».

L'accordo prevede la corresponsione di indennità: ma se sono previste, qualche conseguenza derivante dall'attività della Centrale evidentemente si ritiene possa esserci?

«L'accordo non nasce con lo scopo di commisurare un danno, ma per raggiungere il fine di contemperare le esigenze di difesa dell'ambiente con quelle di sviluppo e di crescita. Ad esempio, le quote una tantum che verranno assegnate al Parco, le impiegheremo per tutelare tutte le produzioni della Valle e, in particolar modo, quelle certificate e per esaltare ulteriormente le biodiversità, attraverso progetti mirati. E mi auguro che anche i Comuni utilizzino le proprie risorse per finalità che favoriscano lo sviluppo territoriale».

Ferdinando Laghi, membro del Direttivo del Parco, ha evidenziato il carattere inquinante delle biomasse e l'irreperibilità sul mercato di filtri per le ciminiere in grado di trattenere tutte le sostanze nocive, lei cosa ne pensa?

«Su questo terreno io non posso contrastare il dottor Laghi, che da anni esprime una posizione chiara e di assoluto valore. Noi però siamo un'istituzione e, in quanto tale, non possiamo non fidarci degli indicatori che, in termini di emissioni, ci vengono forniti dall'Unione Europea. Così come dobbiamo ritenere attendibili i parametri comunitari in tema di utilizzo di biomasse provenienti esclusivamente da lavorazioni vergini. E non ci si può non fidare del lavoro di controllo dell'Arpab, Arpacal o delle aziende sanitarie, che hanno espresso tutti un giudizio di compatibilità».

Ma comunque le parole di Laghi si possono ritenere attendibili?

«Sono parole che non ci devono lasciare indifferenti. Ecco perché noi dobbiamo cercare di fare ogni sforzo per evitare danni. L'Osservatorio nasce proprio per ovviare ad eventuali conseguenze negative e il suo ruolo di indipendenza servirà proprio a questo. Il dottor Laghi, in qualità di membro del direttivo del Parco, avrà tutti gli strumenti necessari per poter acquisire i dati. Anzi, io stesso, per la sua competenza e le sue conoscenze, gli ho chiesto di accompagnarci in questo percorso, anche se non lo condivide».

Laghi ha parlato di effettuare la Valutazione d'Impatto Sanitario (VIS).

«Io gli ho chiesto proprio di fornirci tutti i suggerimenti tecnici necessari. Infatti, abbiamo valutato che l'attività dell'Osservatorio, oltre ad una verifica dell'impatto ambientale, possa anche rivolgersi al tema della condizione sanitaria di questo territorio attraverso una valutazione ex ante ed ex post».

La VIS consentirebbe la partecipazione anche dei sindaci non firmatari: lei quindi si farà promotore della possibilità che venga effettuata?

«Innanzitutto, nella bozza di statuto è scritto in modo chiaro che l'Osservatorio dovrà occuparsi anche di questioni attinenti la salute. Ma poi verrà istituito con una delibera da condividere in Consiglio, per cui non mancherà l'occasione per perfezionare gli obblighi e le funzioni da svolgere».

La VIS prevede anche di andare oltre, favorendo il concorso di tutti gli stakeolders.

«In linea di principio sono d'accordo, dopodiché mi auguro che la personalità scientifica che verrà scelta abbia anche grandi competenze sanitarie, affinché possa esserci un confronto e un reciproco scambio di conoscenze e il dottor Laghi, ad esempio, potrebbe trasferire un'enorme mole di esperienza, accumulata in tanti anni di lavoro».

Relativamente alla provenienza delle biomasse, ha delle informazioni precise?

«Proprio su impulso del consigliere Laghi, abbiamo chiesto ad Enel di fornirci dati sulla quantità e sulla provenienza delle biomasse. Ad oggi, gran parte di queste provengono da aziende che operano nella Sila e nelle zone dei rilievi centrali della Calabria. Un paio di carichi sono arrivati da fuori Regione e, in questo momento, la Basilicata non ne fornisce perché il dipartimento guidato da Luca Braia sta studiando il tema della filiera corta».

Non ha notizie di infiltrazioni malavitose?

«Ad oggi non ne abbiamo nessuna notizia. Poi è chiaro che parliamo di questioni che attengono gli organi inquirenti e le stesse prefetture. Ma Enel ci ha certificato, attraverso una nota formale, che tutte le aziende coinvolte sono state "antimafiate"».

Per quanto riguarda il traffico dei mezzi pesanti, credo che lì non serva nessun Osservatorio per sostenere che sono un problema.

«Oggi abbiamo affrontato anche questo problema, non solo per la Centrale ma anche per la San Benedetto. Il dott. Marchese, dirigente Regione Basilicata, ha assicurato che a breve verrà convocato un tavolo operativo per fronteggiare la situazione».

Questo per la viabilità, ma io mi riferivo anche alla questione inquinamento.

«Ad oggi i dati forniti sono di compatibilità. Evidentemente se si dovessero sforare i parametri previsti bisognerà intervenire. Ma non vi è dubbio che è un problema da affrontare e lo si deve fare a trecentosessanta gradi».

Se permette, vorrei rivolgerle un'ultima domanda a titolo personale, è vorrei rispondesse da semplice cittadino e non da istituzione: ritiene che uno dei parchi naturali su terra ferma più grande d'Europa sia compatibile con questa Centrale?

«Se oggi mi fosse arrivata la richiesta di autorizzare la costituzione della Centrale, avrei risposto con un secco no. Senza se e senza ma. Noi purtroppo abbiamo dovuto fare i conti con una situazione preesistente, che ci ha condizionati nel bene e nel male. Io non so se la soluzione trovata sia la migliore in assoluto, non posso dirlo. È una vicenda che, come si sa, ha lasciato sul territorio una serie di difficoltà. Ma se la richiesta fosse arrivata oggi, ripeto che avremmo pronunciato un no secco e forte».




Gianfranco Aurilio
lasiritide.it



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