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Trivelle, WWf::le istituzioni respingano l’assedio delle Compagnie petrolifere

8/02/2016



Il WWF esprime la propria netta contrarietà in merito alle richieste delle compagnie petrolifere che vorrebbero avviare nuove attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi in Basilicata e invita tutte le istituzioni competenti a fare quadrato per impedire ulteriori attività sul territorio regionale
Ci si riferisce in particolare alle istanze presentate al Ministero dell’Ambiente dalla Shell denominate Monte Cavallo, Pignola e La Cerasa che complessivamente interessano una superficie pari a 340 Kmq, ricadente parzialmente anche in aree protette, boschi e bacini idrici, che se fossero autorizzate aprirebbero la strada a future attività estrattive che darebbero il colpo di grazia ad un territorio già compromesso dalle attività petrolifere in corso. In questo senso bene hanno fatto i sindaci di Anzi e Satriano di Lucania ad avere espresso la loro ferma contrarietà ai permessi e non per gli effetti di una fantomatica “sindrome Nimby”, ma per difendere l’integrità del territorio e le sue reali potenzialità economiche. Allo stesso modo il WWF sostiene la posizione del Sindaco e della giunta del Comune di Viggiano che hanno espresso la loro contrarietà ai pozzi Mone Enoc 7 e Monte Enoc 8 a soli 500 mt. dall’abitato del Paese.
Il WWF si dichiara anche perplesso relativamente all’autorizzazione recentemente rilasciata dal Parco dell’Appennino Lucano al Comune di Grumento Nova relativamente ai tre pozzi ENI denominati Monte Alpi 6 – 7 -8. Pur trattandosi infatti formalmente di un nulla osta ad attività di manutenzione di pozzi già esistenti ed autorizzati nell’area parco sulla base del DEC/VIA n. 3805 del 16.6.1999 e successivi adeguamenti, data la vulnerabilità e la valenza naturalistica del territorio nonchè la prossimità con il Lago del Pertusillo, meglio sarebbe stato avviare un percorso che ne prevedesse la chiusura; questa strada infatti è percorribile ai sensi dell’art. 6 comma 11 della L. 9/91 che sancisce che ”ove sussistano gravi motivi attinenti al pregiudizio di situazioni di particolare valore ambientale o archeologico- monumentale, il permesso di ricerca può essere revocato, anche su istanza di pubbliche amministrazioni o di associazioni di cittadini ai sensi dell'articolo 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241.”
Il WWF pertanto chiede a tutte le amministrazioni interessate, ad iniziare dalla Regione Basilicata, di esprimere la propria contrarietà alle suddette attività e ad avviare tutte le azioni conseguenti per impedire l’ulteriore asservimento del territorio regionale agli interessi delle compagnie petrolifere.
Il WWF da parte sua continuerà il proprio impegno a livello locale e nazionale per sostenere la richiesta fatta insieme alle principali associazioni ambientaliste italiane affinché il Governo disponga una moratoria di tutte le attività di trivellazione a mare e a terra, sino a quando non sarà definito un Piano energetico nazionale volto alla protezione del clima e rispettoso dei territori e dei mari italiani”.



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