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Domani il mondo degli studenti(e non solo) mobilitato in difesa del clima |
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27/11/2015 |
| Di seguito il manifesto della marcia studentesca, prevista per domani a Policoro, promossa dalla piattaforma degli studenti della Basilicata. Come rappresentanti di Istituto del Liceo Scientifico “E. Fermi” di Policoro (MT), in collaborazione con il Coordinamento Studentesco, riteniamo che le scelte governative sino ad ora effettuate per mitigare i cambiamenti climatici non abbiano rispettato la volontà dei popoli: Uscire dall’era del petrolio per ridurre i gas serra, l’inquinamento delle acque e del suolo, per evitare guerre e terrorismo e per vivere in un mondo più equo, solidale e sostenibile per tutti.
Pertanto, visto quanto sta accadendo in Basilicata e cosa accade nel resto del mondo in tema di estrazioni petrolifere e le gravi conseguenze ambientali e sociali che queste comportano, chiediamo alle istituzioni presenti al SUMMIT DI PARIGI e soprattutto a quelle della BASILICATA, le seguenti azioni non più derogabili:
1. Sostituzione urgente di tutte le tecnologie che usano il petrolio e le altre fonti fossili e nucleari;
2. Blocco delle autorizzazioni e sospensione immediata di tutti i nuovi progetti di sfruttamento di fonti fossili ed avvio della sospensione delle attività e la bonifica dei siti di estrazione esistenti;
3. Incremento della superficie terrestre dedicata alle foreste, alle aree naturali ed a forme di agricoltura organica;
4. Incentivazione del risparmio energetico e riduzioni delle emissioni “clima alteranti” in tutte le attività umane;
5. Sviluppo delle energie rinnovabili, eque ed alla portata di tutti (No a mega impianti!);
6. Incentivazione della ricerca scientifica e delle applicazioni tecnologiche finalizzate alla sostenibilità di tutte le attività umane;
7. Nuove forme di convivenza civile tra i popoli, senza sfruttamenti, guerre e terrorismo;
In particolare per la nostra Basilicata chiediamo anche:
1. Percorsi didattici ed Università per le energie rinnovabili e le economie sostenibili (non una università “fossile” del petrolio);
2. Informazione e formazione diffusa sulle attività e tecnologie disponibili per la sostenibilità ambientale, in particolare per i sindaci, gli amministratori pubblici ed il personale dei vari enti della Basilicata, in tema di energia, nuove tecnologie, rifiuti e soprattutto tutela delle acque e della salute;
3. Blocco immediato ai rifiuti industriali di fuori regione da smaltire in Basilicata (non vogliamo diventare un’altra “Terra dei Fuochi” o la pattumiera europea!);
4. Bonifica immediata delle aree SIN (Siti di Interesse Nazionale per grave inquinamento) in Basilicata (Val Basento ed Area Industriale di Tito);
5. Stop a discariche e inceneritori. Vogliamo finalmente un ciclo virtuoso dei rifiuti, di recupero e riutilizzo dei materiali;
6. Un impegno ufficiale regionale e locale per la riduzione alla fonte delle emissioni industriali inquinanti e controlli ambientali efficienti ed efficaci; un monitoraggio continuo su tutte le principali aziende ad alto impatto o rischio ambientale, da riconvertire o chiudere urgentemente;
7. Una reale tutela delle acque lucane, vera ricchezza della Basilicata e del meridione;
8. Indagine e monitoraggio epidemiologico, con particolare riferimento alle malattie tumorali (registro dei tumori);
9. Una reale tutela della biodiversità, con una capillare diffusione dell’agricoltura biologica, capace di ridurre i gas serra.
Sappiamo che è necessario bloccare il decreto “Sblocca Italia” che consente alle compagnie petrolifere di occupare (e quindi inquinare) per sempre il nostro territorio; la nostra generazione non potrà avviare in Basilicata nessuna attività di sviluppo vista l’incompatibilità ambientale, sociale ed economica del petrolio (vedi l’esperienza della Val d’Agri).
Il coordinamento studentesco intende lanciare oggi le basi per una politica di sviluppo fatta di scelte eque e sostenibili che non pregiudichino il nostro diritto a vivere in un ambiente sano. Non vogliamo e non possiamo abbandonare la nostra Terra!
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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