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Uffici regionali alla OLA:già da subito VIA per istanze idrocarburi al Ministero

3/03/2015



Gli uffici della Regione Basilicata, in una nota pubblicata sul sito Basilicatanet.it, rispondono alla Ola in merito alle istanze di permesso di ricerca Monte Foi, San Fele e Muro Lucano.
“L’ufficio compatibilità ambientale per i permessi di ricerca in questione – scrive il dirigente - ha svolto per ognuno il procedimento di “Verifica di Assoggettabilità alla VIA”, su istanza delle società proponenti e nel rispetto del combinato disposto del D.L.vo n. 152/2006 (e s.m.i.) – Parte II e della L.R. n. 47/1998 (e s.m.i.), tutti conclusisi con l’assoggettamento dei medesimo Permessi (ndr istanze di permesso) alla Fase di V.I.A. Con l’adozione delle rispettive Determinazioni Dirigenziali i procedimenti di “Verifica di Assoggettabilità alla VIA” o “Screening” sono da ritenersi conclusi”.

“Giova ricordare alla OLA che le norme in materia di VIA (D.L.vo n. 152/2006– Parte II e della L.R. n. 47/1998) statuiscono che il procedimento di Screening è finalizzato esclusivamente a stabilire se un determinato progetto debba essere sottoposto o meno a VIA sulla base dei criteri stabiliti dall’allegato V alla Parte II del citato D.L.vo n. 152/2006.

“La presentazione dell’istanza di VIA, per progetto sottoposti a screening e conclusisi con l’assoggettamento alla Fase di VIA, è indipendente dal procedimento di screening ed è in capo alle Società proponenti – continua la nota degli uffici – che nel caso volessero proseguire nell’iter autorizzativo di un determinato progetto non possono evitare in alcun modo”.

“Nel merito dei Permessi di ricerca in questione (ndr: istanze di permesso di ricerca) nel caso in cui le società proponenti intendessero proseguire nell’iter autorizzativo – conferma il dirigente regionale - dovranno presentare istanza di VIA non più alla Regione ma al Ministero dell’Ambiente, alla luce delle modifiche normative introdotte con l’art. 38 del Decreto Legge 133/2014 convertito in legge n. 164 del 11 novembre 2014 (da questa data le istanze di VIA su progetto relativi ad attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi in terra ferma sono di competenza dello Stato)”.

Pertanto per questi tre permessi non vi è alcuna procedura di VIA da concludere entro il 31 marzo 2015 e le lettere inviate al Ministero dello Sviluppo Economico sono riferite all’intesa Stato-Regione – continua la nota del dirigente – e con le stesse è stato comunicata al MISE la sospensione del procedimento per il rilascio dell’intesa, atteso che per ciascuno dei tre Permessi (ndr: istanze di permesso di ricerca) la stessa è subordinato alla conclusione dei procedimenti di VIA”.


Le considerazioni dell'OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista)

In sostanza il dirigente dell’Ufficio Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente , conferma la fondatezza delle nostre tesi circa il trasferimento, ma da subito, senza attendere il 31/3/2015, delle competenze sulla VIA a ministero dell’ambiente.

Comprendiamo che in questo modo gli uffici regionali hanno inteso allentare un possibile pressing sulla Regione. Un pressing che dovrà rivolgersi altrove. Una sorta di “scacco matto” alle comunità lucane, costrette a subire decisioni dello sblocca Italia che si spostano dalla Regione ai tavoli romani.

Su queste istanze le compagnie minerarie (Eni e Italmin Exploration) possono già da subito presentare, essendone titolate – così come chiarito dagli uffici regionali – istanza di VIA non più alla Regione Basilicata bensì ” al Ministero dell’Ambiente, alla luce delle modifiche normative introdotte con l’art. 38 del Decreto Legge 133/2014 convertito in legge n. 164 del 11 novembre 2014 (da questa data le istanze di VIA su progetto relativi ad attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi in terra ferma sono di competenza dello Stato)”.

Per la successiva Intesa – aggiungiamo noi della Ola – varranno a seguire le norme della legge sblocca Italia con i pareri che, per il presidente della Regione continuano ad essere vincolanti, ma per noi della Ola non lo sono. Risultato: una possibile petrolizzazione dell’intera regione con incrementi delle estrazioni ad iniziare dalle valli del Sauro e dell’Agri.

Anche su questo saranno i fatti confermare o meno una delle due tesi.

Ai cittadini ed agli amministratori delle tre istanze di permesso di ricerca – non ce ne voglia il dirigente – resta l’auspicio che il ricorso delle 5 Regioni alla Corte Costituzionale contro lo sblocca Italia con l’articolo 38, sortisca effetto, avendo ritenuto il Consiglio Regionale della Basilicata, con la decisione “pilatesca” assunta il 4 dicembre 2014, che il territorio regionale sia già tutelato dalla legge “sblocca trivelle”.

Una legge, invece, che mira ad incrementare le estrazioni di idrocarburi, per stessa ammissione del governo Renzi.

Ringraziamo il dirigente dell’ufficio per aver chiarito quello che i lucani già conoscono, ma che non sono disposti a subire passivamente nè burocraticamente.



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