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Casartigiani (rete imprese pz): 51 piccole imprese lucane fallite in nove mesi |
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22/10/2014 |
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Le piccole imprese – evidenzia Spera - sono state massacrate dalla crisi: negli ultimi cinque anni ci sono state in media 1000 chiusure ogni giorno, il reddito medio da lavoro indipendente ha registrato una diminuzione del 10% nell’ultimo biennio, nel primo semestre 2013 fallimenti e concordati sono aumentati del 12%, la pressione fiscale è ufficialmente al 44,3% del Pil ma quella “legale” su ogni euro di Pil dichiarato è già al 54%, e l’incidenza della tassazione sui profitti è al 66%, il 20% in più della media europea, mentre la burocrazia costa alle Pmi 30 miliardi di euro l’anno. E per i lavoratori autonomi, non esiste «alcuna misura di sostegno al reddito»: «gli artigiani e i commercianti non usufruiscono dell’indennità di disoccupazione e di cassaintegrazione o mobilità». È stato proprio il Censis a seguire attentamente per decenni l’evoluzione del piccolo imprenditore, la “cetomedizzazione” dell’Italia. Da un sondaggio Demos-Coop è emerso che in 6 anni la percentuale di chi si “sente” ceto medio è passata dal 60 al 40% degli italiani. Eppure il terziario è ancora l’ossatura di questo paese e chi governa non può non tenerne conto: «Il 72% del Pil lo fa il terziario: l’artigianato, il commercio, il trasporto, i servizi, molto spesso si tratta anche di imprese di altissima tecnologia. Le nuove politiche economiche dovrebbero essere centrate su tutto quello che può far risollevare la piccola e media impresa, senza limitarsi all’export, ma pensando anche al mercato interno».
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
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